È stata una sessione a doppia andatura quella tenuta ieri alla Camera dei Rappresentanti Usa, dove la maggioranza democratica ha da una parte appoggiato la crociata di Donald Trump per aumentare l'assegno anti-Covid a 2mila dollari, e dall'altra ha cassato il veto del presidente sulla «legge Difesa». Ora la parola passa al Senato, dove si voterà sullo sfondo del voto suppletivo in Georgia, su cui si decideranno gli equilibri del ramo più alto del Congresso.
Dopo giorni di impasse e un via libera condizionato del tycoon allo scudo da 900 miliardi di dollari, i deputati di Capitol Hill hanno ieri approvato con 275 voti a favore e 134 contrari - superando così i due terzi della maggioranza richiesta per le procedure di voto veloci - l'aumento da 600 a 2mila dollari per gli aiuti diretti agli americani. Aumento chiesto a gran voce da Trump nell'ambito di quel piano per sostenere l'economia Usa dinanzi alla nuova ondata pandemica. La richiesta vede The Donald inquadrato in un'inconsueta alleanza con i democratici (persino col presidente eletto Joe Biden), e in contrasto con i repubblicani, contrari a un assegno più corposo (nella precedente manovra era di 1.200 dollari) per questioni di rigore di bilancio.
Di ben altro tenore è stato invece il voto sul provvedimento in materia di Difesa da 740 miliardi di dollari, approvato nei giorni scorsi a maggioranza da Camera e Senato. Trump si è opposto con il veto perché non contiene due passaggi considerati cruciali dal presidente uscente. Il primo è relativo all'abolizione dell'immunità per i social media sui contenuti pubblicati nelle diverse piattaforme, il secondo prevede l'abrogazione della norma che permette di cambiare i nomi delle basi militari intestate a personaggi confederati. Anche in questo caso il provvedimento passa ora al Senato a maggioranza repubblicana, dove c'è bisogno di due terzi dei voti per approvarlo.
Ma è senza dubbio il provvedimento sull'assegno da 2mila dollari ad avere maggior peso sulle sorti della politica americana: un eventuale muro contro muro rischia di costare caro al Grand Old Party in vista del ballottaggio in Georgia del 5 gennaio che deciderà la maggioranza in Senato. Non a caso, i due candidati repubblicani Kelly Loeffler and David Perdue (assai vicini a Trump) hanno già annunciato il loro sostegno all'aumento, un chiaro messaggio al capogruppo Gop del Senato Mitch McConnell.
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