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Atreju, salta il match tra Meloni e Schlein: no al confronto. La sponda di Conte

La premier: dibattito a tre con il leader M5s. La dem: allora allarghiamo anche a Salvini

Atreju, salta il match tra Meloni e Schlein: no al confronto. La sponda di Conte
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da Roma

Come nella migliore tradizione di ogni duello rusticano che si rispetti, la suspence non accenna a scemare per tutta la giornata. Anzi, passate 48 ore, l'iniziale ipotesi di una sfida a due tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein lievita al punto che il confronto potrebbe essere addirittura a tre e coinvolgere anche Giuseppe Conte. Il tutto in quella che evidentemente diventerebbe la giornata più importante della storia quasi trentennale di Atreju, la festa annuale di Fdi che quest'anno torna a Castel Sant'Angelo, nel cuore di Roma, e durerà ben nove giorni. L'apertura è infatti prevista per il 6 dicembre e la chiusura per domenica 14, la giornata designata per una sfida a tre (con un giornalista a fare da moderatore) che resta possibile lo spazio di qualche ora.

Uno scenario che a sera svanisce, dopo che nel rapido volgere di due giorni si è passati dall'invito recapitato a Schlein (che lo scorso anno aveva declinato), all'inatteso rilancio della segretaria del Pd (disponibile a venire ma solo se potrà avere un confronto a due con la premier) fino ad arrivare al contro-rilancio di Meloni. Che decide di sparigliare. "Sono pronta a confrontarmi con l'opposizione, ma - scrive la premier sui social - ritengo che al confronto debba partecipare anche Giuseppe Conte. Per dure ragioni, spiega Meloni. La prima è che, a differenza di Schlein, il leader M5s "è venuto ad Atreju anche negli anni passati" e "senza imporre alcun vincolo". La seconda è che "non spetta a me stabilire chi debba essere il leader dell'opposizione" quando "non ne ha ancora scelto uno". "Da parte mia - conclude quindi Meloni - sono disponibile ad un confronto unico con entrambi".

Una mossa, quella della premier, che evidentemente spariglia il gioco di tatticismi in corso. Se 48 ore fa Schlein ha proposto il confronto a due convinta di costringere Meloni a scegliere tra accettare la sfida (e farsi quindi dettare l'agenda di Atreju dalla segretaria del Pd) oppure declinare (e dare dunque la sensazione di scappare), la premier ha completamente ribaltato il tavolo e rispedito la palla nel campo avversario. O, più nello specifico, in quello della leader dem. E lo ha fatto triangolando con Conte. O, almeno, questo lascia supporre il timing delle dichiarazioni di ieri. Con l'ex premier che fa filtrare di essere "disponibile a un confronto con Meloni" come lo era "lo scorso anno", Meloni che una manciata di minuti dopo apre alla sfida a tre con un post sui social e a seguire di nuovo Conte che conferma la sua disponibilità ("lo chiedo da tempo, non mi sottraggo certo oggi"). Il tutto accade in poco più di un'ora, con una rapidità davvero inusuale, segno che forse nessuno è stato colto di sorpresa dalle dichiarazioni pubbliche dell'altro.

L'ipotesi di una sfida a tre, d'altra parte, non dispiace affatto a Conte, che non si è ancora arreso all'idea di investire Schlein del ruolo di leader del centrosinistra. E se Meloni avesse accettato il confronto a due, si sarebbe andati esattamente in questa direzione. Se invece salissero tutti e tre sul palco di Atreju, Conte tornerebbe a guadagnare spazi di manovra e avrebbe la possibilità di replicare alle tante critiche che ancora oggi arrivano da Fdi sul suo operato a Palazzo Chigi (a partire dal superbonus). Ma non solo, perché nella testa dell'ex premier l'occasione potrebbe essere ghiotta anche per dimostrare sul campo di avere un passo in più di Schlein.

Che rimane con il cerino in mano solo qualche ora. A sera, ospite di Piazzapulita su La7, la segretaria del Pd affonda l'ennesima controreplica di questo lungo ping pong. "Mi dispiace - dice - che Meloni abbia rifiutato di fare il confronto con me, è scappata un'altra volta". Poi, rimanda la palla dall'altra parte. "Vuole anche Conte, vuole un confronto di coalizione? Benissimo, allora portasse anche Matteo Salvini. E se vuole portare anche Tajani, noi portiamo Fratoianni e Bonelli".

A mettere il sigillo a un

confronto che non sarà né a due, né a tre, né a quattro è Giovanni Donzelli. "Spiace che Schlein abbia declinato l'invito, quando l'opposizione avrà un leader riconosciuto - dice - saremo pronti ad accoglierlo ad Atreju".

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