Fabio Fazio ha accettato il taglio del compenso richiesto dalla Rai. L'intesa con l'azienda sarebbe arrivata un paio di settimane fa. E nel frattempo alcuni media avevano dato notizie di resistenze che alcune «superstar» della Rai - come lo stesso Fazio, Bruno Vespa e Carlo Conti - opponevano alle riduzioni proposte dall'amministratore delegato Fabrizio Salini.
Il conduttore di Che tempo che fa, è stata la motivazione data ai cronisti, «ha accolto la sforbiciata in quanto si tratta di una necessità generale dell'azienda e non di una misura punitiva ad personam, concretizzando così una disponibilità che aveva già manifestato più volte pubblicamente». Nel caso di Fazio l'intesa con la Rai sulla riduzione, che dovrebbe essere pari al 20%, non riguarda un rinnovo ma un contratto in essere. Il presentatore e i suoi collaboratori hanno espresso però contrarietà alla riduzione del budget del programma, che a settembre si trasferisce da Raiuno a Raidue.
Fazio del resto aveva manifestato nelle settimane scorse la sua disponibilità a un taglio dei compensi per venire incontro alla Rai. E anche, probabilmente, per alleggerire il pressing politico nei suoi confronti. Il duello tra Lega e 5 Stelle si era infatti allargato anche alla televisione e di mezzo c'era finito anche Fazio, quasi un'ossessione per Matteo Salvini che negli ultimi mesi lo aveva attaccato spess in modo diretto, con nome e cognome. Qualche cultore della materia aveva pure contato le volte: sessanta. E al Festival della tv e dei nuovi media l'ad della Rai Salini, dato in quota M5s, aveva parlato del futuro di Fazio: «Stiamo vedendo, stiamo valutando insieme cosa fare. Considero Fazio uno dei talenti televisivi in forza alla Rai e nel panorama televisivo italiano». La risposta del vicepremier e leader della Lega non si è fatta attendere: «Non c'è niente da valutare, c'è semplicemente uno stipendio da tagliare, uno stipendio milionario e vergognoso pagato dagli italiani».
E infatti la Lega insisteva. I deputati del Carroccio in Vigilanza Rai avevano chiesto «il taglio degli stipendi milionari che sono un insulto al buon senso, peraltro frutto di contratti discutibili, e che in cambio non hanno dato risultati soddisfacenti in termini di ascolti».
Una difesa indiretta di Fazio è stata tentata da Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario della Vigilanza Rai. «Sui megastipendi - si legge nella nota diffusa ieri dal parlamentare dem - la Rai del M5s si sta muovendo in totale opacità, con una gestione incomprensibile e al limite del clientelare». E ancora: «Perché la Rai M5s non pubblica tutti gli stipendi dorati? Che senso ha, ad esempio, mettere insieme contratti in scadenza, come quello di Vespa, con contratti che scadranno tra 2-3 anni? Il rinnovo di Vespa è esclusiva responsabilità dell'ad Salini, scelto da Di Maio.
Perché alcuni giornalisti, come Lucia Annunziata o i direttori dei tg, rispettano il tetto da 240mila euro e altri no? Perché di alcuni conduttori si sa tutto e su altri, come Fiorello, Salini lavora in totale oscurità?».
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