Politica estera

Un attacco che non va sottovalutato

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Un attacco che non va sottovalutato

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Va bene, soprattutto in questi giorni drammatici, nessuno perderà il sonno per Justin Trudeau, il premier canadese. Che ieri, al G7 giapponese, in un bilaterale con Meloni, ha espresso «preoccupazioni» per i diritti delle persone Lgbt in Italia. Se l'incidente non va sopravvalutato, sarebbe tuttavia sbagliato alzare spallucce, sottovalutarlo o peggio ancora, recuperare il topos retorico «tanti nemici tanti onore». Ma prima di spiegare perché l'accaduto è preoccupante, chiediamoci: ha ragione o torto il premier canadese? La risposta è chiara: non siamo l'Ungheria di Orban o la Polonia di Duda, per non parlare della Russia di Putin, della Turchia ma anche delle comuniste Cuba e Cina, o, ancor peggio, dei paesi in cui vige la sharia. Lì sì che, in modi e gradi diversi, i diritti Lgbt sono conculcati. In Italia, la questione delle coppie omogenitoriali andrebbe regolata perché non si possono lasciare bimbi senza diritti ma, come ha ricordato la premier, questa è la linea di molte procure - anche se poi i giudici applicano solo le leggi. Per questa ragione, l'uscita di Trudeau appare del tutto anomala ed inusuale, una sgrammaticatura istituzionale. Tanto più che, secondo le cronache, sarebbe stata calata a freddo dal premier canadese, le due delegazioni nei giorni precedenti non avendone discusso. Ma proprio perché grave, il governo non dovrebbe sottovalutarla. Prima di tutto per il suo peso. Un conto sono le intemerate verbali di ministri francesi durante i talk show. Altro che il capo di un governo del G7 pronunci queste critiche pubblicamente, de visu al suo corrispettivo italiano, in una sede ufficiale. Poi per il peso del Canada. Diversamente che con la Francia, con cui ci scontriamo dallo «schiaffo di Tunisi» del 1881 per questioni territoriali e interessi divergenti, con il Canada i rapporti sono sempre stati ottimi, e intensi - basti vedere le dimensioni della sua ambasciata nella capitale. Perché questo attacco a sorpresa? Questo dovrebbero chiarirlo l'ambasciatore italiano a Ottawa e il corpo diplomatico. Considerando che Trudeau non è certo un genio ma neppure un folle, e che si muove molto spesso in sincrono con Biden (in ogni caso tra liberali canadesi e dem Usa i rapporti sono molto stretti) il blitz canadese potrebbe recare effetti negativi anche nei nostri rapporti con Washington.

Infine, non dimentichiamo che il Canada, oltre ad essere una grande potenza economica, lo è anche da un punto di vista diplomatico: nella cooperazione internazionale e, in generale, in tutte le istituzioni sovranazionali, il peso di Ottawa è decisamente superiore persino a quello di Parigi, per non parlare di quello di Madrid, solo per citare i due governi che hanno di recente criticato quello italiano. Insomma, meglio sarebbe non scatenare putiferi verbali e far riprendere il filo al silenzio della diplomazia

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