Attivista uccisa "per errore". Sdegno Usa

L'Idf ammette lo sbaglio. Raid su Khan Yunis, almeno 19 morti nel campo profughi

Attivista uccisa "per errore". Sdegno Usa
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Ancora un raid, ancora sangue, ancora versioni completamente discordanti che alimentano una polemica che resta corollario fisso del conflitto in Medioriente. L'attacco dell'esercito israeliano della notte scorsa ha colpito un comando di Hamas nella zona umanitaria di Al-Mawasi a Khan Yunis, la principale città meridionale del territorio palestinese. «Colpiti obiettivi terroristici», spiega l'Idf. «Una menzogna», replica Hamas. La certezza è che almeno 19 persone sono rimaste uccise e molte altre decine ferite. Come non bastasse, l'Idf ha ammesso di aver ucciso per errore in Cisgiordania l'attivista 26enne turco-americana Aysenur Ezgi Eygi, scatenando le ire di Washington e Ankara.

L'esercito israeliano ha comunicato che i suoi aerei hanno colpito «importanti terroristi di Hamas che operavano all'interno di un centro di comando e controllo situato nell'area». «Intere famiglie sono scomparse nel massacro di Mawasi Khan Yunis, sotto la sabbia, in buche profonde», ha riferito invece il portavoce della difesa civile palestinese Mahmoud Basal. Fonti della difesa civile hanno sostenuto che l'attacco ha lasciato dietro di sé crateri profondi fino a nove metri con l'esercito dello Stato Ebraico che ribadisce come «le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza continuano ad abusare sistematicamente delle infrastrutture civili e umanitarie, compresa l'Area umanitaria designata, per svolgere attività terroristiche contro lo Stato di Israele e le truppe dell'Idf», assicurando anche che «prima dell'attacco, sono state adottate numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili». «Una palese menzogna», dice invece Hamas, aggiungendo che nessuno dei suoi combattenti fosse presenti sul luogo dell'attacco.

«Prima dell'attacco, sono state adottate numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili», si legge nello stesso post. L'Idf ha anche comunicato che nei giorni scorsi è stato ucciso il comandante del battaglione Tel Sultan di Hamas, appartenente alla Brigata Rafah, Mahmoud Hamdan, insieme a tre comandanti di compagnia del battaglione Tel Sultan. Hamdan avrebbe avuto un «ruolo significativo» nella pianificazione degli attacchi del 7 ottobre.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che Israele è «vicino a completare» l'operazione nella Striscia di Gaza, per poi spostare il mirino verso Nord, contro Hezbollah, dicendo anche che «le capacità militari di Hamas sono state gravemente danneggiate dopo oltre 11 mesi di guerra e che l'organizzazione non esiste più come formazione militare a Gaza». Ma l'Idf deve fronteggiare un altro grave problema. I militari hanno ammesso di aver ucciso per sbaglio un'attivista turco-americana, Aysenur Ezgi Eygi, durante una protesta in Cisgiordania la scorsa settimana. «Il fuoco dell'Idf non era diretto a lei, ma al principale istigatore della rivolta», ha affermato l'esercito. Parole che non bastano a placare la rabbia degli Usa, con il segretario di Stato Anthony Blinken che attacca: «Un'azione non provocata e ingiustificata», ha detto al termine di un colloquio con il suo omologo britannico David Lammy, che dal canto suo ha definito «scioccante» il raid Khan Younis.

Ancora più dura Ankara: «La Turchia adotterà ogni misura legale per garantire che il sangue dell'attivista turco-americana Aysenur Ezgi Eygi non sia stato versato invano», appellandosi anche all'Aja, ha tuonato Erdogan. Un episodio che segna un'ulteriore frizione tra Israele e i suoi alleati.

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