U n Suv bianco viene lanciato come un ariete sui pedoni nel centro di Melbourne, all'ora più affollata per i regali di Natale, «facendoli volare in aria» secondo un testimone. A bordo Saeed Noori, un australiano di 32 anni di origine afghana, che «ha agito in maniera deliberata», ma non sarebbe collegato al terrorismo islamico. Sul selciato restano 19 persone innocenti, cinque feriti in maniera grave compreso un bambino di 4 anni. Il video del massacro filmato dai telefonini ha fatto il giro del mondo riportando comunque alla mente la strage con il camion a Nizza e l'attentato con il Tir killer al mercatino natalizio di Berlino dello scorso anno. Anche se non te l'aspetti l'Australia, dall'altra parte del mondo, è nel mirino jihadista. Il capo dell'antiterrorismo a settembre ammetteva: «Un grosso attentato è inevitabile».
Il pazzo al volante del Suv utilizzato come ariete ha problemi di droga e mentali. Non è escluso che abbia voluto emulare i terroristi veri o forse sia stato spinto a farlo da qualcuno. Sulla scena del crimine è stato arrestato un secondo sospetto con un barbone alla salafita, che filmava tutto e aveva lo zaino pieno di coltelli. Al momento la polizia non ha trovato collegamenti con il guidatore del Suv.
«Il codardo e malvagio attacco» come l'ha descritto il governatore dello stato di Victoria, Daniel Andrews, è scattato alle 16.45 ora locale. All'incrocio fra Flimbers ed Elizabeth street, nel centro di Melbourne si era appena acceso il semaforo verde per i pedoni. Il Suv è scattato con il rosso puntando sul mucchio a tutta velocità. «Man mano che l'auto procedeva, la gente veniva scaraventata in aria - ha detto al New York Times la triestina Federica Viezzoli, 40 anni, che ha visto l'orribile scena - Potevo sentire le loro ossa spezzarsi. É stato terribile». La folle corsa è durata circa 15 secondi fino a quando il Suv si è schiantato. L'australiano di origine afgana al volante è stato immobilizzato dai poliziotti. Il caos era totale con una scia di vittime stese a terra doloranti o incoscienti.
A Melbourne sono stati posizionati 140 blocchi anti sfondamento per evitare attacchi, ma non è bastato. Anche se verrà confermata l'azione di un folle isolato non collegato alla guerra santa, l'Australia è da anni in prima linea sul fronte del terrore. I volontari della guerra santa partiti per la Siria o l'Iraq sono un centinaio, come da noi, e almeno 15 hanno trovato la morte in battaglia. I sopravvissuti stanno tornando in patria. In giugno un jihadista di origini somale ha ucciso un portiere e si è barricato con una donna in ostaggio proprio a Melbourne. Dopo aver sparato a tre agenti è stato ucciso. Ad una radio aveva detto di agire in nome «di Al Qaida e dello Stato islamico». Grazie ad una soffiata dell'intelligence inglese è stato sventato in luglio un complotto jihadista ordinato dalla Siria per far precipitare un aereo della Etihad in partenza da Sidney con dell'esplosivo nascosto in un tritacarne. «I servizi segreti hanno individuato la minaccia più probabile nei lupi solitari che agiscono con armi rudimentali, coltelli o veicoli» spiegava in settembre il capo dell'antiterrorismo Mark Murdoch.
Il 7 aprile due adolescenti hanno accoltellato i passanti a Queanbeyan facendo un morto e tre feriti al grido di Allah o Akbar. Le forze di sicurezza hanno scoperto cellule di terroristi, speso giovanissimi, che volevano sgozzare poliziotti o civili per strada sventolando la bandiera nera del Califfato. In Australia non mancano i cattivi maestri della guerra santa. Uno dei predicatori più famosi al mondo, per gli accesi sermoni via You tube, è il convertito australiano di origini calabresi Musa Cerantonio. Nel 2012 si era fatto fotografare a San Pietro con una bandiera nera dell'Islam.
Lo scorso maggio assieme ad altri 4 jihadisti ha cercato di lasciare l'Australia in barca per «preparare incursioni in paesi stranieri». Adesso è dietro le sbarre ed in gennaio dovrebbe iniziare il processo a carico del predicatore jihadista di origini italiane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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