Autobomba contro il convoglio italiano

Attacco vicino a Mogadiscio, militari illesi. Al Shabaab rivendica l'attentato

Un convoglio di mezzi militari italiani è stato attaccato ieri verso mezzogiorno a Mogadiscio. Fortunatamente non si registrano feriti. Un terrorista suicida appartenente alla milizia islamica al-Shabaab si è fatto esplodere dentro un'auto imbottita di tritolo al passaggio del convoglio, che era composto da cinque blindati. Uno di questi, un Vtlm Lince, è stato leggermente danneggiato dalla deflagrazione, ma i quattro militari a bordo non hanno riportato ferite e hanno potuto raggiungere senza problemi la loro base.

Ad avere la peggio sono stati invece quattro scolari somali, che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato e sono rimasti uccisi.

L'esplosione è avvenuta a circa 700 metri dalla sede del ministero della Difesa a Mogadiscio.

Il contingente italiano in Somalia opera all'interno della missione dell'Unione Europea denominata Eutm, che dal 2010 è schierata a Mogadiscio con il compito di proteggere il governo legittimo somalo, in collaborazione e coordinamento con altri protagonisti della comunità internazionale presenti nell'area d'operazione, come le Nazioni Unite, la missione in Somalia dell'Unione Africana (Amisom) e gli Stati Uniti.

Gli italiani addestrano militarmente le forze di difesa somale, oltre a fornire consulenza a livello strategico.

La rivendicazione di al-Shabaab è giunta con un comunicato pubblicato su un sito islamista, ripreso dalla radio del gruppo terrorista al-Andalus, che utilizza il consueto linguaggio degli estremisti vicini ad al-Qaida («Rivendichiamo l'attacco condotto contro i cristiani dell'Unione Europea») e sostiene il falso raccontando che tra i nostri militari ci sarebbero stati morti e feriti.

Al-Shabaab compie frequentemente attentati in Somalia e soprattutto nella capitale Mogadiscio. I suoi bersagli sono governativi, militari e civili, e l'obiettivo finale è quello di rovesciare il governo sostenuto dalla comunità internazionale per rimpiazzarlo con un regime integralista islamico simile a quello che spadroneggiava in Afghanistan alla fine degli anni Novanta, ai tempi di Osama bin Laden e del Mullah Omar.

Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha telefonato nel pomeriggio ai quattro militari coinvolti e ha espresso loro la vicinanza del governo: «Gli italiani - ha detto - sono orgogliosi di quello che fate».

Anche il generale Claudio Graziano, capo di stato maggiore della Difesa,

si è messo in contatto personalmente con l'equipaggio del Lince preso di mira dall'attentato: «Sono sollevato nel saperli sereni e in buona salute - ha detto il generale - a loro l'affettuoso abbraccio delle Forze Armate».

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