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"Avanti con Draghi". I leader firmano il patto per finire la legislatura

A Sorrento Fi, Pd e Lega d'accordo. E Conte si adegua. "Ucraina e Pnrr sono priorità"

"Avanti con Draghi". I leader firmano il patto per finire la legislatura

La tranquillità del giardino segreto, i colori delle ortensie, i profumi degli aranci e dei limoni invitano certamente all'armonia. E così i leader di maggioranza presenti a Villa Zagara a Sorrento alla due giorni «Verso Sud», allestita dalla ministra Mara Carfagna, non si sottraggono al richiamo e lanciano segnali di unità e di responsabilità, annunciando che l'emergenza Ucraina e il Pnrr, impongono di arrivare al traguardo naturale della legislatura.

La richiesta è firmata dalla padrona di casa: serve continuità di governo per dare «sostegno a ogni singola missione e ogni investimento» del Recovery, dice la ministra per il Sud. «I leader politici che si confrontano direttamente sul Sud sono il segnale di un cambio di passo importante». Una opinione che con angoli visuali e interessi diversi viene sposata anche da Enrico Letta, Carlo Calenda e Antonio Tajani. E, sollecitato da Enrico Mentana, anche Giuseppe Conte, che nelle ultime settimane non ha risparmiato critiche al governo, si attesta sulla stessa linea. «La richiesta di arrivare fino a fine legislatura? La sottoscrivo».

«Questo governo arriverà alla fine naturale della legislatura e che sarà l'ultimo della stessa. Se ci fosse una crisi ora si andrebbe alle urne» dice Letta. Il leader di Azione Carlo Calenda cerca di spostare il dibattito sulla costruzione della «maggioranza Ursula», un terzo polo senza populisti e sovranisti. «Solo noi parliamo di crisi di governo. Poi chi ci mettiamo: la Meloni che odia l'Europa o Conte che pure lui è un po' filorusso e un po' filoccidentale?».

La richiesta di stabilità viene sposata anche dal coordinatore azzurro Antonio Tajani: «Forza Italia fa l'interesse dell'Italia e non quello di parte, le riforme andrebbero sempre avanti. Per Forza Italia il governo deve andare avanti fino alla fine della legislatura, noi siamo per la stabilità dell'esecutivo». Poi un affondo sul M5s e le sinistre: «Far fibrillare l'esecutivo ora è da irresponsabili».

Chi non vuole naturalmente sentir parlare di terzo polo è Giorgia Meloni che in collegamento si concede una battuta: «Confido che rimettere al centro il Sud sia l'obiettivo dell'evento e non quello che ricostruiscono alcuni giornali oggi». È chiaro che di fronte a una volontà unitaria di concludere la legislatura e andare al voto (probabilmente tra domenica 7 e domenica 28 maggio 2023) il centrodestra avrà più tempo per ricucire il proprio tessuto comune. Ma dovrà chiarirsi al proprio interno a partire dall'incontro tra i leader che potrebbe prendere forma la prossima settimana. «L'incontro si farà quando riusciranno a incrociare le agende. Berlusconi ha già parlato a telefono sia con Salvini sia con Meloni» rivela Tajani. Lo stesso coordinatore di Forza Italia lancia anche una stoccata al presidente dei Cinquestelle sul posizionamento internazionale dell'Italia. «Caro Giuseppe Conte l'adesione alla Via della Seta non è una questione formale, ma di sostanza. All'epoca cercò di cambiare politica estera cercando di entrare nell'orbita di Pechino. Tra Mao e Reagan sceglierò sempre Reagan. Tra Cina e Usa sempre gli Usa».

In serata, invece, Matteo Salvini «promette» il ritorno all'unità del centrodestra: «La Lega è una famiglia e il centrodestra deve tornare a essere una comunità di diversi con un obiettivo comune: non governare tanto per governare come il Pd o come parte dei 5Stelle ma governare per cambiare in meglio il Paese».

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