"Avanti con le opere. E sapremo battere gli opportunisti"

Il candidato sindaco del centrodestra a Genova, Pietro Piciocchi: "Salis era l'ambasciatrice di Bucci"

"Avanti con le opere. E sapremo battere gli opportunisti"
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Da un mercato all'altro come una trottola. È la campagna elettorale più classica che si possa immaginare: «Mi chiedono delle buche, dei rifiuti, della sicurezza. I piccoli grandi problemi della vita quotidiana».

Finora non si è fatto abbastanza?

«Negli ultimi otto anni - risponde Pietro Piciocchi, il candidato del centrodestra alle comunali del capoluogo ligure - la giunta di Marco Bucci ha fatto moltissimo per la città, l'ha rilanciata invertendo un trend negativo e il sentiment degli abitanti è cambiato. Genova è più attrattiva, più viva, più curata. Però dobbiamo impegnarci e migliorare nella manutenzione e nelle tante battaglie di civiltà sempre più necessarie: pensi a chi butta l'immondizia per la strada o agli spacciatori. I vigili li fermano e il giorno dopo li ritrovano di nuovo a vendere droga».

Nessuno ha la bacchetta magica.

«Io sono stato per otto anni assessore: al bilancio, e poi alle case popolari, al Pnrr, alle emergenze. Conosco alla perfezione la macchina amministrativa, so dove mettere mano e naturalmente non rinuncerò ai miei progetti più ambiziosi».

Quali?

«Anzitutto dobbiamo impegnarci allo spasimo perché l'Alta velocità arrivi a Genova nel 2027, fra due anni. Quello sarà uno spartiacque, cambierà la faccia della nostra città, la renderà più vicina a tutta l'Italia. Allo stesso modo dobbiamo darci da fare per potenziare l'aeroporto, moltiplicando le rotte e collegandolo alla ferrovia, e poi dobbiamo ristrutturare lo stadio di Marassi che oggi è vecchio e non più all'altezza delle nostre aspettative. Ancora, c'è la metropolitana, con il prolungamento già finanziato fino a Rivarolo, e altre linee che dobbiamo assolutamente completare».

La Gronda?

«Sono a favore».

Anche il suo avversario, Silvia Salis, vicepresidente vicario uscente del Coni, ha dato semaforo verde. Vi fate concorrenza al centro?

«La Salis si è detta favorevole, ma una parte della sua coalizione, a cominciare dai 5 Stelle, ha preso male queste sue dichiarazioni».

Salis ha messo insieme il campo largo. Non è un mezzo miracolo?

«Sono insieme solo quando si parla di fascismo e sessismo. Allora vanno tutti d'accordo. Sul programma invece si dividono e litigano. Sulla Gronda, sui rifiuti, su tutto il resto».

Salis non è una candidata civica?

«Salis è civica quando parla agli industriali. Se va nei circoli della sinistra, diventa la figlia dell'operaio comunista. Attenzione: la sinistra genovese è arroccata su posizioni retrive, sature di ideologia e zeppe di pregiudizi. Sono ossessionati dal no alle infrastrutture. E coltivano la cultura del declino».

Il centrodestra?

«Ha avviato le grandi opere. Dobbiamo andare avanti: la coalizione è compatta. Certo, i Comuni hanno poche risorse a disposizione: faremo pressioni sul governo».

Dicono che lei sia teleguidato da Bucci.

«Andiamo. Ho le mie idee, la mia personalità, non prendo ordini da nessuno».

Il centrodestra ligure era dominato dalla figura di Giovanni Toti. È finita con il suo arresto: questo peserà nelle urne?

«Non credo. Nessuno, anche fra quelli che mi hanno criticato e mi hanno gridato che non mi voteranno mai, mi ha rinfacciato l'appartenenza al centrodestra. Senza contare il fatto che non sono stato nemmeno sfiorato dalle inchieste».

Il suo avversario spezzerà l'egemonia dei moderati?

«Salis parla del potenziamento del porto davanti

agli industriali, poi di fronte a un comitato di arrabbiati dice che il porto va chiuso ai traghetti. E così su tutto. Del resto era l'ambasciatrice della Genova di Bucci, prima di saltare dall'altra parte della barricata».

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