"Avresti una sigaretta?" e stupra una studentessa. Arrestato un marocchino

Il 29enne, un pregiudicato, l'ha avvicinata fuori dall'università Bocconi. Poi l'aggressione

"Avresti una sigaretta?" e stupra una studentessa. Arrestato un marocchino

«Fermati bastardo, lasciala stare!».

L'urlo che buca la notte, la concitazione, la fuga, il pianto sommesso di una ragazza violata. E la sensazione di trovarsi nel posto sbagliato pur trattandosi del salotto intellettuale della Milano che conta, ovvero a due passi dall'università Bocconi, uno degli atenei più noti e prestigiosi al mondo. Ma sono circa le 3.30 della notte tra il 5 e il 6 febbraio in via Rontgen, una piccola traversa di viale Bligny, zona Porta Lodovica. E la zona opulenta, a due passi da bar e pasticcerie affollati dalla clientela borghese di un quartiere «di livello», può trasformarsi in un antro qualsiasi e, perché no, anche in un luogo appiccicoso e tetramente nascosto dove consumare un abuso. L'uomo e la donna, una coppia di fidanzati, gridano e si precipitano perché hanno appena notato una ragazza - che poi risulterà essere una studentessa universitaria di 20 anni, fuorisede - che si dibatte tra le braccia dell'immigrato. Un nordafricano che, appena li nota, scappa. Una scena inequivocabile di questa città che negli ultimi mesi ci stupisce e fa paura, ma che certo non può spingere a far finta di nulla, a girarsi dall'altra parte.

Sono infatti proprio loro, questi due trentenni che, insieme alla vittima, aiuteranno i carabinieri del nucleo operativo della compagnia Duomo a investigare e poi a catturare l'autore dello stupro. L'ormai ennesimo extracomunitario di origine nordafricana, (è un marocchino di 29 anni), è stato bloccato ieri mattina all'alba ai margini di via Montegani, nel quartiere Stadera, una delle zone più degradate della periferia sud della città.

La studentessa universitaria, soccorsa dalla coppia, quella notte viene accompagnata in stato di choc alla clinica Mangiagalli. Tra le lacrime e la disperazione spiega di aver trascorso la serata in centro con le amiche. Intorno alle 3 di notte stava aspettando il tram alla fermata di viale Bligny, non lontano dalla Bocconi, con l'intenzione di rientrare a casa. Era sola, non c'era nessun altro con lei in attesa del mezzo pubblico. Ed è così che è stata avvicinata dal marocchino con la scusa di fumarsi una sigaretta insieme in via Rontgen, una stradina che costeggia l'edificio della Bocconi, piena di movimento e di universitari durante il giorno, ma che di notte è poco frequentata, praticamente vuota.

L'aggressore prima avrebbe tentato semplicemente di baciare la ragazza. Quando però lei, rifiutando quel bacio, si è divincolata e ha cercato di scappare, l'uomo è passato alle maniere forti. Così ha spinto la ventenne contro il cofano di un'auto abbandonata e ha abusato di lei.

Grazie al racconto della studentessa, a quello dei due fidanzati che l'hanno soccorsa e all'analisi dei filmati delle telecamere in zona, ma anche grazie al segnale gps del cellulare che le era stato sottratto (e poi rimasto acceso per alcune ore) l'inchiesta dei carabinieri, coordinata dal pm Rosa Stagnaro, ha permesso l'individuazione del presunto colpevole.

Al marocchino corrisponderebbe anche l'impronta del palmo di una mano rinvenuto sul cofano dell'auto sulla quale l'uomo aveva stuprato la giovane.

Durante l'udienza di convalida davanti al gip Alessandra Cecchelli, il fermato si è difeso con tutte le forze e ha dichiarato: «Non sono stato io, non farei mai male a una donna».

Una versione la sua che, però, non convince nessuno, tanto meno il giudice.

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