Serenella Bettin
Gli bloccano l'azienda per un euro e tredici centesimi. È l'ennesima follia della burocrazia da incubo del nostro Paese, capitata a un noto imprenditore trevigiano, Giampaolo Fassa, ultrasettantenne, l'ennesima vittima di Equitalia. Lui fa questo lavoro da 39 anni, è titolare assieme al figlio Alessandro della Fassa&P. srl, impresa che opera nel campo edilizio, nota in particolare per un prodotto di nicchia: i rinforzi di carbonio.
La settimana scorsa Fassa va in una ditta per comprare una rifornitura di fibra di carbonio del valore totale di 26mila euro. Un acquisto però che Giampaolo non può portare a termine perché quando è lì per pagare la non trascurabile cifra si sente rispondere dal venditore che non è possibile accettare il suo assegno in quanto Fassa risulta inserito tra i «cattivi pagatori».
«Sono rimasto sbigottito ci racconta Fassa mi hanno detto che dai loro computer risultava così. Allora sono andato subito da Equitalia a chiedere spiegazioni». L'imprenditore è infatti trafitto da un terribile sospetto: nel 2009 aveva ricevuto un'ingiunzione di pagamento a causa di alcune sanzioni comminategli per aver violato le norme del codice della strada, per il valore di quasi 20mila euro. «Avevo ammette Fassa una serie di multe per la violazione delle norme sul traffico stradale che in effetti non avevo mai pagato».
Fassa all'epoca si era accordato per un pagamento rateale di 72 rate mensili che aveva terminato di pagare puntualmente il 10 agosto del 2015. Nel frattempo però, a garanzia del credito, gli era stata anche trascritta un'ipoteca sulla casa. «Ho finito di pagare tutto dice come mi era stato richiesto e credevo che una volta conclusi i pagamenti, la storia in automatico finisse lì».
E invece l'imprenditore, dopo quasi un anno, si trova ancora con la casa ipotecata. Equitalia infatti sostiene di vantare dall'imprenditore un credito residuo di un euro e tredici centesimi e per questo Fassa si trova ancora iscritto nella «lista nera».
«Questa è l'Italia esclama Fassa un euro e tredici centesimi, di cui un euro e un centesimo sono di interessi di mora». Infastidito l'imprenditore, pochi giorni fa, va negli uffici Equitalia e paga un euro e cinquanta. E i 37 centesimi di resto? «Ho detto loro che se li tengano esclama Fassa e ho già contattato un avvocato per chiedere il risarcimento per danni all'immagine». Infatti la questione non è ancora risolta. Il materiale che gli serve non è ancora riuscito a portarlo a casa, il suo appartamento è ancora ipotecato e per poter cancellare il suo nome dall'elenco dei «cattivi pagatori», sebbene lui abbia richiesto una procedura d'urgenza, serve del tempo.
«L'impiegata di Equitalia mi ha risposto dice Fassa che ci vogliono almeno quindici giorni per concludere la pratica. Quindici giorni per un euro e tredici centesimi, dopo che ho finito di pagare tutti i bollettini ad agosto scorso». Miracoli della burocrazia italiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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