Bagnasco, niente privilegi. Ecco tutta la verità sulla pensione da militare

L'arcivescovo di Genova non prende 4mila euro al mese ma solo 650,50 Sui cappellani una polemica annosa

Bagnasco, niente privilegi. Ecco tutta la verità sulla pensione da militare

Roma - Dopo le polemiche circolate nei giorni scorsi sul caso della pensione da militare del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, un primo chiarimento sul trattamento previdenziale del porporato è arrivato con un comunicato dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei che ha precisato: «L'unico trattamento previdenziale che il Cardinale percepisce è quello standard del Fondo Clero, pari a 650,50 euro (lordi)». Nessuna pensione da 4mila euro al mese quindi come ex militare, ovvero di quando, dal 2003 al 2006, Bagnasco era Ordinario Militare, cioè a capo della diocesi che raduna tutti i cappellani militari italiani. Per quell'incarico durato tre anni e voluto da San Giovanni Paolo II, il porporato nativo del bresciano, non ha ottenuto alcun assegno da pensionato d'oro.

La verità sul «vitalizio» del cardinale emerge sfogliando le pagine della sua dichiarazione dei redditi, compilata lo scorso anno e relativa al 2014, dove per l'appunto risulta confermata una pensione lorda da 650 euro e 50 centesimi al mese. Oltre a questo, nel documento fiscale figura lo stipendio del cardinale Bagnasco come arcivescovo di Genova, diocesi che conta quasi 700mila fedeli: 1300 euro netti al mese, con il reddito totale del Presidente della Cei che non arriva a 30mila euro. Per la precisione, le entrate del cardinale, visibili sfogliando il suo 740, ammontano a 29.822,00 euro annui lordi.

A chiarire il quadro anche una lettera dell'Inps, inviata dai vertici dell'Istituto direttamente alla segreteria del porporato. Poche righe in cui si legge: «Riguardo la presunta pensione militare percepita dal cardinale Bagnasco, all'istituto non risulta che il cardinale percepisca tale pensione». E infatti i più stretti collaboratori del Presidente della Cei hanno voluto precisare in più occasioni che non esiste alcun trattamento da nababbo, nessun assegno stellare che possa far gridare allo scandalo. Insomma, una pensione normalissima, dicono, «che non ha nulla a che vedere con quanto strombazzato da Ciro Verrati, presidente di Laicitalia e vice segretario nazionale di Democrazia Atea che aveva lanciato su internet una petizione per togliere al cardinale questa fantasiosa pensione da 4000 euro titolando Lo Stato italiano toglie alle vedove, per dare a Bagnasco. Ora basta!».

Al fianco dell'arcivescovo di Genova si è subito schierato anche il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Nunzio Galantino, nominato in quell'ufficio da Papa Francesco nel dicembre 2013 e che ha voluto prendere le difese del porporato. Non solo Galantino, anche altri collaboratori hanno voluto spiegare: «Il cardinale è conosciuto per la sua sobrietà, basta frequentare l'appartamento in cui vive a Genova per rendersi conto di questo stile di vita davvero sobrio».

Una polemica non nuova quella delle pensioni degli ex ordinari militari e degli stipendi dei cappellani delle forze armate che negli ultimi mesi ha preso piede nonostante sia aperto da tempo un tavolo di riforma tra Ministero della Difesa e Ordinariato Militare.

Dentro e fuori le mura di San Pietro da settimane si continua a parlare, infatti, della «diocesi militare» d'Italia, con attacchi incrociati o diretti nei confronti dei vertici dell'Ordinariato, impegnati invece nel dialogo con il Governo Italiano per trovare una soluzione condivisa e avviare una nuova fase di stretta collaborazione tra Chiesa e Forze Armate.

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