Di Battista continua a delirare: Foley ucciso dalla violenza Usa

Altro che scusarsi per l'invito al dialogo coi boia, il grillino giustifica ancora i tagliagole islamici. Sdegno bipartisan: deve dimettersi. Grillo si schiera con lui e insulta il premier

Di Battista continua a delirare: Foley ucciso dalla violenza Usa

N eppure l'aria fina dell'Himalaya, laggiù in Nepal dove si gode le meritate ferie, è bastata a schiarire le idee all'indomito grillino Di Battista, vicepresidente della Commissione Esteri. Tanto da costringere Beppe Grillo, sotto l'ombrellone a Porto Cervo, ad intervenire con una delle sue sparate per tentare di coprire l'ennesima gaffe dei suoi.

Fedele al detto «peggio la toppa del buco», Di Battista (Dibba per gli amici) cerca di chiarire il suo pensiero, dopo che l'ultima esternazione sull'opportunità del dialogo coi tagliatori di teste islamisti lo aveva additato al pubblico ludibrio. E, con un accorato post via Facebook , si duole di aver «ricevuto ogni genere di insulto, da terrorista a assassino», e va a spiegarsi meglio: lui non approva le decapitazioni, sia chiaro. Ma «la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo» è a suo parere «figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib». Che a sua volta è figlio dell'11 settembre (Dibba non approva neppure l'attentato alle Torri gemelle, par di capire), che a sua volta però è «figlio dell'indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano». Tutta colpa degli yankee se Foley è stato ucciso, in sintesi.

Il nuovo frullato di idiozie del parlamentare grillino scatena le reazioni: mentre sul web viene bersagliato da ironie, la condanna politica è bipartisan, e in diversi ne chiedono le dimissioni. Come aveva già fatto ieri mattina il vicedirettore del quotidiano Pd Europa , Mario Lavia: «Poche storie, stavolta ha ragione Sallusti: Di Battista farebbe bene a lasciare la vicepresidenza della commissione Esteri della Camera. Come può mantenere una carica istituzionale di quel tipo chi teorizza il dialogo con chi sgozza esseri umani?». Va oltre il deputato Pd Dario Ginefra: «Di Battista dovrebbe solo vergognarsi e, dopo aver chiesto scusa a tutto il Paese, indossare la divisa dell'ex parlamentare». Drastica anche Lara Comi di Forza Italia: «Di Battista prenda atto delle sue dichiarazioni scellerate e si dimetta». Lapidario Daniele Capezzone: «Errare è umano, perseverare è Di Battista». Si dice «incredulo e disgustato per la profonda ignoranza» del grillino anche Khalid Chaouki, membro Pd della commissione Esteri. «Al Baghdadi non ha bisogno di esegeti del suo verbo tra i deputati italiani». Meglio però non sollevare la questione dimissioni, spiegano in molti nel Pd, per non fare ai Cinque Stelle il regalo di «fare le vittime». Del resto, dice il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, «se Razzi fa il segretario della commissione esteri del Senato e Galan continua a presiedere la Commissione cultura, ci sta pure che Dibba faccia il vicepresidente. Senza nulla togliere all'idiozia delle cose che va dicendo».

Appreso dell'ultimo pasticcio combinato dal suo loquace adepto, a Beppe Grillo non è rimasto che alzarsi dalla sdraio e cercare di deviare il tiro. Così si è piazzato, occhiali da sole e camicetta a pois , davanti ad una telecamera, e ha iniziato ad inveire online , denunciando la «vergognosa campagna contro M5S» (che in verità fa tutto da solo), accusando di ogni nefandezza il governo e mitragliando di insulti Renzi, «bugiardo, ipocrita, falso, ebetino». «Noi dobbiamo, assolutamente, riprenderci il Paese. Dobbiamo andare a governare noi», annuncia con voce concitata. Nell'attesa, vuol chiedere «i danni» a Renzi per difendere il buon nome di Dibba.

Sul quale infierisce anche l'ambasciatore iracheno in Italia: «Se l'onorevole ha la possibilità di entrare in contatto con i terroristi e vuole andare nelle zone sotto il loro controllo per intavolare una discussione, sappia che il suo visto di ingresso in Irak è pronto». Definitivo.

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