Di Battista: "Io non sono ministro? Il Pd ha posto veti"

Alessandro Di Battista spiega così la sua esclusione dai banchi del governo 'giallorosso' e attacca di nuovo il Pd: "Rappresenta il sistema"

Di Battista: "Io non sono ministro? Il Pd ha posto veti"

"Credo che il Partito democratico abbia, in un certo senso, posto dei veti". Così Alessandro Di Battista, ospite del talk di Paolo Del Debbio 'Dritto e Rovescio', spiega la sua esclusione dai banchi del governo 'giallorosso'.

L'ex deputato, però, sembra non farsene un cruccio e, a dispetto di Luigi Di Maio, non sembra fare retromarcia sul nuovo alleato del M5S: "Io sono un uomo piuttosto divisivo: le mie idee sono abbastanza nette da sempre e le metto sempre davanti a tutto", dice consapevole delle numerose esternazioni pubbliche rilasciate in passato sui democratici. Anzi, Di Battista rincara la dose: "l'Italia è stata destabilizzata del tutto con scelte di politica estera scellerate, portate avanti soprattutto dal Pd", ma si augura il meglio per il nuovo governo. E ancora: "Per me il Pd resta il partito garante di questo sistema".

L'incognita è sempre Matteo Renzi che "avrebbe dovuto mollare la politica, ma soltanto io ho fatto ciò che ho detto", spiega Di Battista, sicuro del fatto che l'ex premier "proverà a creare una sorta di 'minoranza interna'" per pura "convenienza personale" perché "se si fosse andati al voto, la maggior parte dei suoi parlamentari, non sarebbero stati candidati da Zingaretti e lui si sarebbe trovato con un pugno di mosche in mano". A Beppe Grillo dà il merito di aver fondato il M5S "esclusivamente per il bene collettivo, per l'interesse generale e per le sue idee". Quanto al premier Giuseppe Conte, Di Battista sospende il giudizio: "Staremo a vedere. Come tutti quanti i cittadini io sono un elettore, quindi un datore di lavoro dei politici e aspetterò di vedere e giudicherò i risultati".

608px;">Salvini, invece, "mi ha deluso quando si è dimostrato molto pavido di fronte a quelli che sono 'i poteri forti'", dice il pentastellato romano che rivela:"È vera la storia che Salvini ha proposto a Luigi Di Maio di fare il premier, lo posso garantire da fonti dirette. Fondamentalmente lui ha avuto lo stesso vizio di Renzi: un'ubriacatura di potere".

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