Bcc, resta il «salvabanche» toscane

Tra gli emendamenti la proposta Pd che consente agli istituti vicini al Giglio magico di non diventare spa

Gian Maria De FrancescoRoma «Il governo è pronto a discutere di qualsiasi ipotesi, incluso il rafforzamento del credito cooperativo». Il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, ieri ha ribadito alla commissione Finanze della Camera che l'esecutivo non farà barricate sul dl banche contenente la riforma delle Bcc. «È un decreto sul quale dobbiamo essere aperti e lo saremo», ha aggiunto precisando come sia «possibile che le soluzioni del Parlamento possano essere migliori delle proposte dal governo».Eppure, tra i circa 400 emendamenti presentati da maggioranza e opposizione, quelli targati Pd non dissipano i dubbi. Si cercherà di andare incontro alle richieste di Federcasse e di Confcooperative stabilendo, per chi non aderirà al gruppo unico, l'obbligo di conferire l'attività bancaria in una spa controllo della coop originaria, la quale resterà proprietaria delle riserve indivisibili come previsto dalla Costituzione. Il punto di caduta sarà la dimensione del patrimonio, fissata a 200 milioni (affrancabile con un'imposta straordinaria del 20%), che consentirà di beneficiare della cosiddetta way out e la data a partire dalla quale misurare questo parametro (vi sarebbe convergenza sul 31 dicembre 2015). Nonostante sia stato «promesso» un ritocco della soglia di non adesione, genera qualche sospetto una proposta del Pd che consente alle piccole Bcc di aggregarsi a un'altra trasformata in spa. Circostanza che fa pensare come la situazione del credito cooperativo toscano - caro al sottosegretario Lotti - non sarà trascurata.La commissione Finanze ha, inoltre, dato parere favorevole al decreto che recepisce la direttiva Ue sui mutui consentendo il trasferimento della garanzia alla banca in caso di insolvenza. Parere propugnato dal viceministro Morando e sostanzialmente recepito dalla maggioranza. Anche se l'avvio della procedura dovrebbe essere dilatato (18 rate non consecutive di mancato pagamento anziché 7) e anche se vi è un esplicito riferimento al divieto di inserire tale clausola nei mutui in essere e nelle surroghe, restano alcuni punti oscuri. I deputati di Al-Possibile temono che le banche possano far firmare, insieme al contratto, dichiarazioni liberatorie per l'esproprio dell'immobile in caso di inadempimento.

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha rilevato come le esecuzioni immobiliari giudiziarie dovute al mancato pagamento delle rate del mutuo siano scese da 71.500 del 2013 a 55.800 l'anno scorso. Il titolare del Tesoro ha poi precisato che «sono previste misure che agevolano i negoziati tra debitori e creditori».

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