Politica internazionale

"La Bce sia cauta sul rialzo dei tassi. Se vince Berlino rischio recessione"

L'esponente di Fdi: "Il sistema finanziario italiano è solido ma l'Europa non deve inseguire la Fed sulla politica monetaria"

"La Bce sia cauta sul rialzo dei tassi. Se vince Berlino rischio recessione"

Onorevole Andrea de Bertoldi (Fdi), il fallimento della Silicon Valley Bank è stato determinato dal ritiro di depositi in seguito alla maggiore difficoltà delle imprese californiane a finanziarsi a causa dei tassi alti. Una situazione del genere potrebbe accadere in Europa o in Italia?

«Credo che il sistema finanziario europeo, e soprattutto quello italiano abbia anticorpi che garantiscono maggiormente la tenuta complessiva. In particolare, ritengo che la finanza nazionale abbia delle caratteristiche più aziendali rispetto a quelle più tipicamente speculative tipiche del mondo anglosassone, e ciò rappresenta un elemento di forza nelle situazioni di crisi. Per queste ragioni sono particolarmente fiducioso».

Alla luce di questa vicenda sarebbe necessario ripensare la politica monetaria da parte delle banche centrali, in particolare della Bce?

«Concordo con il governatore Visco e con il nostro rappresentante alla Bce Fabio Panetta: si deve agire in modo prudente senza esasperare la rincorsa all'aumento dei tassi. Penso che l'Europa, anche per la differente origine del nostro fenomeno inflattivo, non debba seguire pedissequamente la strada della Fed, che peraltro si sta dimostrando non propriamente corretta. Non condivido poi le rigorose posizioni della Germania, che potrebbero essere prodromiche della recessione».

È d'accordo sull'utilizzo della politica monetaria come strumento anti-inflazione?

«Il controllo del mercato delle materie prime e del costo dell'energia, che peraltro il governo Meloni sta facendo con ottimi risultati, se abbinato pure ad una politica degli incentivi più mirata e selettiva rispetto agli attuali bonus edilizi, potrebbe essere la vera risposta alla recente crescita dell'inflazione. Quindi penso che non sia la sola politica monetaria a poter rispondere all'attuale inflazione europea, che è ben diversa da quella statunitense».

La riforma fiscale del governo sarà incentrata su queste tematiche?

«La riforma fiscale ha l'obiettivo di garantire finalmente semplicità e certezze al cittadino contribuente ed ai professionisti interessati quali la categoria dei commercialisti. Quindi una riforma volta anche a favorire la crescita economica attraverso l'utilizzo della leva fiscale, nella consapevolezza che ad oggi circa il 90% delle imposte sono pagate da meno del 10% degli italiani. Serve quindi una tassazione ridotta soprattutto per favorire coloro che dichiarano oltre 30-40.000 euro, cioè coloro che oggi sostengono il peso del welfare, godendone molto meno i benefici».

Un aggiornamento sul dl Superbonus di cui è relatore.

«Stiamo realizzando un confronto serio e deciso con il ministero dell'Economia.

Auspico che ci potranno essere dei miglioramenti, ma per sbloccare l'attuale incaglio dei crediti sarà necessario attuare il pieno coinvolgimento del sistema bancario nazionale».

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