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Beffa nel decreto Aiuti: bonus da 200 euro esteso a chi prende il reddito 5s

Platea allargata anche ad autonomi e colf. Dieci miliardi per caro materiali e trasporti

Beffa nel decreto Aiuti: bonus da 200 euro esteso a chi prende il reddito 5s

L'emergenza resta «il caro energia», e la necessità di mitigarne gli effetti su famiglie e imprese, ma anche su studenti e lavoratori. Per questi ultimi nel decreto aiuti arrivato ieri in consiglio dei ministri per redditi sotto i 35mila euro, viene previsto un fondo da 100 milioni di euro del ministero del Lavoro che erogherà un buono fino a 60 euro per l'acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. E poi un ulteriore passaggio prevede aggiustamenti tecnici sul bonus da 200 euro per lavoratori e pensionati, e un allargamento della platea ai precettori di reddito di cittadinanza. Si allargano anche le maglie della cessione crediti del bonus 110%. Di fatto si consente alle banche di cedere sempre, non più in un numero limitato di volte, crediti ai clienti professionali privati (anche senza che prima ci sia un passaggio tra gli stessi istituti di credito).

Ma è sul bonus 200 euro, esteso anche a lavoratori autonomi e ai disoccupati, che si spaccano gli alleati. Il testo prevedeva l'esclusione di chi percepisce il reddito di cittadinanza, ma si sono opposti i ministri Pd Andrea Orlando e M5s Stefano Patuanelli ottenendo di far rientrare anche i beneficiari del sussidio di cittadinanza e lavoratori stagionali. Il decreto chiarisce che il bonus si applica ai rapporti di lavoro domestico, e prevede un fondo anche per i lavoratori autonomi. Viene istituito anche un fondo da 20 milioni di euro al ministero delle Politiche agricole, per aiutare le aziende del settore a far fronte ai danni economici causati dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni contro la Russia. Si tratta di contributi a fondo perduto alle aziende agricole piccole e medie che hanno subito un calo del fatturato a causa della contrazione della domanda, dell'interruzione di contratti e della crisi delle catene di approvvigionamento. E «ammontano a oltre 9,5 miliardi, che si aggiungono ai 470 milioni già previsti, le risorse per fronteggiare gli aumenti dei prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici nel 2022 e assicurare la realizzazione delle opere pubbliche e dei progetti finanziati con il Pnrr» fa sapere il ministero delle infrastrutture.

L'intervento sul Superbonus si è reso necessario perché le banche rifiutavano le pratiche: ora potranno «sempre» cedere a clienti professionali privati che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa o con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione.

Entra anche il sostegno ai cinema: il credito di imposta «per il 2022 e 2023 viene riconosciuto nella misura massima del 40 per cento dei costi di funzionamento delle sale».

Si tratta di «un segnale per le famiglie e per i redditi bassi e medio bassi, il bonus, che qualcuno può considerare irrisorio, è un segnale», ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

Dalle categoria c'è la critica invece di Confcommercio: «Interventi necessari ed attesi, ma non ancora sufficienti.

Occorre fare di più: per i crediti d'imposta contro il caro energia e per la riforma complessiva della fiscalità energetica e degli oneri generali di sistema, per le moratorie creditizie, per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro e per la detassazione degli incrementi contrattuali».

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