"Non ho un percorso politico tracciato. Le pagine della mia agenda sono bianche. Vedremo". Così il sindaco di Milano Beppe Sala intervistato dal Corriere della Sera. Per quanto riguarda il Pd, deve cambiare, sottolinea il primo cittadino: "Penso che con le Europee alle porte, non bisogna rischiare di apparire disfattisti o usare parole che suonino come un liberi tutti. La politica è un prodotto fatto di uomini, donne e marchio, che non è solo una bandiera ma quello che contraddistingue contenuti e valori. Se il nuovo segretario del Pd sceglierà uomini, donne e contenuti giusti si potrà salvare la baracca, altrimenti saranno gli elettori a far capire che bisogna andare oltre".
Beppe Sala, poi, nella lunga intervista aggiunge che alle primarie non voterà, ma sui candidati ha un'idea chiara. "Niente voti perché significherebbe un endorsement - dice al Corriere della Sera -. Zingaretti ha la genuina volontà di lavorare non da solo, di considerarsi potenzialmente un segretario in grado di pensare solo al Pd e di raccogliere contributi. Viene accusato di essere il vecchio, certamente nuovo non è. Bisogna capire se avrà la forza di cambiare".
Poi passa ad analizzare la posizione di Maurizio Martina: "A Martina mi lega grande amicizia e grande stima. È una persona per bene che lavora tantissimo. Se ha fatto questa scelta vuol dire che ci ha pensato molto bene. Confesso che ero un pò scettico. Lui mi ha spiegato i motivi, non voglio giudicare".
"Ascani mi ha chiamato per dirmi che esiste uno spazio politico di rappresentanza - continua -. Non lo so. Temo che (Ascani-Giachetti ndr) faranno fatica a trovare una formula che li differenzi. Anche su Matteo Renzi ha le idee piuttosto chiare. "Prima o poi uscirà dal Pd - sottolinea -. Non è facile restare in un partito se sei mal sopportato. La mia perplessità su Renzi è sempre la stessa: non aver mai creduto nella pluralità. Siamo in epoca di proporzionale. Senza capacità di allargare e trovare un consenso non sei un valore".
Per quanto riguarda, invece, i due partiti di governo spiega che "a differenza della Lega all'interno dei Cinque Stelle c’è un'anima sociale più accentuata. Che si possa governare insieme è tutt’altra cosa. Continuo a pensare che sia stato arrogante andare sull’Aventino durante la formazione del governo.
Non dico che siano meglio i Cinque Stelle, dico che i Cinque Stelle avrebbero avuto più bisogno di noi che della Lega perché per certe cose siamo più vicini. Non sono uno che si astiene dalla lotta politica e dal fare opposizione, però evito gli insulti e sconsiglio tutti, anche quelli della mia parte, di cadere in giudizi sprezzanti nei confronti dei Cinque Stelle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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