
Lucetta Scaraffia è una storica, giornalista, editorialista e appassionata studiosa della Chiesa e delle sue sfide. Le parole del Papa sulla «famiglia naturale» suonano nuove rispetto al Pontificato di Papa Bergoglio, ma anche no.
Papa Leone XIV parla di famiglia naturale, uomo e donna...
«Francesco la pensava allo stesso modo, tanto è vero che non ha fatto mai nulla per cambiare la morale sessuale, la dottrina. È rimasta quella».
Però?
«A parole Bergoglio non avrebbe mai detto la frase che ha detto questo Papa. Non ne parlava, non ripeteva l'insegnamento morale della Chiesa o avrebbe attirato critiche rispetto alla sua immagine. Papa Francesco ha costruito il suo Pontificato sull'ambiguità, sull'essere progressista, anche se lui non lo era. Faceva capire che sarebbe stato favorevole a cambiare le cose ma non ha cambiato nulla».
Sulla benedizione ai gay la dottrina l'ha un po' cambiata, no?
«No. Lui ha detto che avrebbe benedetto le persone, non la coppia. Un sacerdote può benedire un peccatore, un non cristiano... una benedizione non si nega a nessuno, è sempre stato possibile benedire singolarmente gli omosessuali che vivono in coppia. È un atto di benevolenza, di carità. La sua frase però sembrava aprire alla benedizione delle coppie omosessuali».
C'è il tema dei rapporti con la Chiesa americana. Chi dice ce sia trumpiano, chi dice sia anti. Lei che ne pensa? Darà più problemi o più vantaggi a Trump?
«Sulla morale tradizionale è certamente vicino a Trump, come sulle coppie gay e sul gender. Non è certamente d'accordo con la Casa Bianca sull'immigrazione, come ha già fatto capire. Ma al tempo stesso Prevost non condanna direttamente Trump, cerca di evitare il conflitto aperto».
E questo cosa vuol dire?
«Così riuscirà ad avere rapporti decenti, non conflittuali. E riuscirà a ricucire i rapporti interni alla Chiesa americana, a sua volta spaccata su Trump».
Il 20 maggio ci sarà l'anniversario numero 1700 del Concilio di Nicea. Perché è importante questo appuntamento?
«Lo aveva pianificato Bergoglio, ci andrà lui e dirà naturalmente cose diverse da quelle che avrebbe detto Papa Francesco».
Per esempio?
«Per esempio sugli ebrei. Nicea segna la frattura definitiva, perché il Concilio, voluto e organizzato dall'imperatore Costantino, ha separato la data della Pasqua cristiana da quella ebraica. Un falso storico del Cristianesimo che ha segnato un distacco molto netto dal mondo ebraico».
Serve un dialogo con Israele?
«Serve un dialogo con gli ebrei, Bergoglio non ha mai dimostrato grande simpatia. Il discorso che farà rivelerà l'idea di Chiesa che ha in mente Leone XIV».
E serve anche la pace, a Gaza come in Ucraina. Leone XIV ha offerto la Santa Sede per le trattative. Qualcuno dice che Papa Francesco abbia fatto poco...
«Il Papa ha detto se volete io sono qua, vi guardate negli occhi e vi parlate come esseri umani. È una frase chiave, questa, che riguarda la moralità. Ci sono molte persone che stanno morendo, voi due esseri umani, per favore rendetevi conto dei guai che state combinando. Ma c'è anche un'altra diversità...»
Quale?
«A differenza di Bergoglio, Leone XIV ha fatto capire che non si schiera con una delle parti in conflitto, né
con i palestinesi né con Vladimir Putin come ha fatto Francesco. Ha detto chiaramente agli ucraini sto con voi, a Gaza ha detto basta violenze ma restituite gli ostaggi. Per fare la pace bisogna essere al di sopra delle parti».
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