Roma - «Sono sicuro che noi potremo guardare anche al futuro, ci presenteremo uniti al referendum per votare No e metteremo un'ipoteca sulla vittoria alle elezioni nazionali».
È una intensa giornata comunicativa, quella di Silvio Berlusconi che non si risparmia certo nelle sua apparizioni concedendosi a network e radio locali a favore dei suoi candidati sindaci nel rush finale verso il 5 giugno. Nelle sue parole non è difficile cogliere un'ombra di rammarico per la spaccatura romana, insieme alla speranza che dopo il voto si possa ripartire uniti verso la grande scadenza referendaria. «Abbiamo tutti chiaro che il centrodestra unito vince e diviso perde» dice a Radio Lombardia. «Ci siamo compattati intorno a candidature di persone che vengono dalla trincea del lavoro, dalla trincea del fare. Stefano Parisi ha un passato multiforme che lo rende adatto a fare il sindaco. È persona concreta che dà risposte concrete a tutti i problemi. Il centrodestra riparte da Milano da sempre laboratorio politico importante». Alfio Marchini, invece, «è un'occasione per Roma. Se i romani votano con il buonsenso che li contraddistingue ci sono molte probabilità di riuscire».
Gli alleati, però, prendono tempo, anche in funzione della battaglia per il Campidoglio. «Non sento Berlusconi da prima dell'annuncio a sorpresa del sostegno a Marchini. Non abbiamo più avuto rapporti» dice Giorgia Meloni, intervistata da Omniroma. «Se riusciremo a ricomporre la coalizione? Il problema è più che altro capire quale idea si ha del centrodestra».
Berlusconi, però, è pronto a lavorare per la ricucitura. Nel frattempo lancia una proposta utile per tutte le città in cui si andrà al voto. «Io lascerei vivere i milanesi senza più soffocarli nelle tasse, nelle multe e nella burocrazia. Una delle cose importanti che abbiamo nel nostro programma futuro per le elezioni nazionali è di abolire tutte le autorizzazioni preventive. Se uno vuole aprire una farmacia, un ristorante, costruire una casa deve potere partire. Ha la responsabilità di rispettare le norme urbanistiche, i regolamenti sanitari. Avrà soltanto un controllo ex post, se ci sarà qualcosa da mettere a posto gli si daranno tre mesi di tempo. Così tutta l'economia avrebbe uno sviluppo incredibile, immediato».
Berlusconi, intervenendo a Radio Radio, torna ad attaccare Matteo Renzi «un signore che è al governo abusivamente e illegittimamente. Non solo governa ma occupa militarmente tutto l'occupabile negli enti pubblici, ora anche la Rai». In una intervista a Primo Piano Molise, poi, entra nel merito delle scelte del governo. «Le tasse con Renzi si sono alzate. E due punti quasi di pressione fiscale è una misura molto negativa. Per tagliare le tasse non si può andare che in una direzione: tagliare la spesa cattiva, tagliare gli sprechi. Finora tutto questo il governo Renzi non l'ha mai messo in pratica». L'ex premier boccia anche il Jobs Act: «Non ha funzionato, lo dicono tutti i dati. Abbiamo invece avuto una forte spesa di diversi miliardi ma non si sono creati nuovi posti di lavoro».
L'ultimo pensiero è per il suo ruolo futuro: «Penso che continuerò a fare il federatore del centrodestra. C'è bisogno della saggezza di una persona avanti con gli anni perché altrimenti questi giovani chissà cosa combinano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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