Berlusconi attacca: «La politica di Renzi aggrava i problemi»

Il leader di Forza Italia da Vespa: «Salvini? Anche la Lega verrà sotto l'ombrello dei moderati. Se siamo tutti uniti l'Italicum funzionerà»

B erlusconi torna dopo un anno nel salotto di Porta a Porta e questa volta varca il cancello a piedi; anche per salutare i giovani di Azzurra Libertà dei fratelli Zappacosta, arrivati con dozzine di bandiere. «È la prima volta che entri da qui», lo accoglie Bruno Vespa in cortile. Poi si accendono i riflettori e si parte dal patto del Nazareno: «Abbiamo purtroppo dovuto constatare che Renzi non era d'accordo sul metodo - dice il Cavaliere. Avevamo tanti sospetti ma poi con l'elezione del capo dello Stato abbiamo capito che voleva fare per sé». Quindi, «ci siamo con dolore tirati indietro». E dice: «Da gennaio non l'ho più sentito». Anche se ammette che canali di comunicazione indiretta ci sono e aggiunge: «Nessuno dei due attacca l'altro in un modo sgarbato. La simpatia personale non è venuta meno ma speravo di dar vita, insieme, a una riforma liberale».

Poi si passa all'economia e al Jobs Act e Berlusconi boccia il governo alla radice: «Fa una politica di sinistra. I disoccupati sono aumentati e ora sono al 13%, la disoccupazione giovanile è raddoppiata. I ragazzi sono angosciati e i migliori di loro lasciano l'Italia». Ricette? «La riforma liberale che ho cercato di realizzare dal 2001 al 2006».

«Non ho mai messo le mani nelle tasche degli italiani. Ho ridotto tasse e spesa pubblica». Renzi, invece, «nonostante gli slogan, aumenta la spesa pubblica e aumenta le tasse». E ancora: «Noi abbiamo abolito la tassa sulle successioni e sulla casa e aumentato le pensioni mentre la sinistra ha aumentato le imposte sulla casa». Insomma quella del Cavaliere è una stroncatura totale della politica economica del governo «non solo non risolve i problemi ma li aggrava».

Poi si passa a Salvini e all'unione dei moderati: «Penso che Salvini ci debba essere e i leader devono rinunciare a un po' delle loro ambizioni». E ancora: «Ora la Lega non entrerà ma io penso che in prospettiva lo farà. Starà sotto l'ombrello dei moderati». L'Italicum? «Con l'unione dei moderati in prospettiva ci andrà bene». Il rassemblement, «O riesce o avremo la sinistra al governo per molti, molti anni. Andrò in tutte le province d'Italia a sostenere la crociata della democrazia e della libertà».

C'è anche spazio per le risate. Sia quando Vespa stoppa gli applausi: «non siamo a Che tempo che fa... ». E Berlusconi: «Direttore, si può sempre cambiare». E poi quando Berlusconi si sbaglia e lo chiama «dottor Fede». Mani in faccia di Vespa. E il Cavaliere: «Vede, l'età...».

Sull'erede nega anche che sia donna: «Non indicherò nessuno. Spero che venga fuori un leader che abbia carisma come Renzi». Anche se poi lo graffia: «Sarebbe stato molto bravo come nuovo Mike Bongiorno». Esclude un ruolo politico dei figli: «No. Non glielo lascerò mai fare. Con tutto il male che la politica mi ha portato. Farei un atto di imperio». E neppure lui sarà della partita: «Nel 2018 io candidato? No, sono incandidabile e avrò un ruolo di propositore, sa, c'è un fatto anagrafico...». E in tema di eredità contesa, come quella di Alberto Sordi, ecco la battuta: «Serve un atto di coraggio e darla a qualcuno che non abbia diritto di sangue ma che se la merita».

Quindi apre alle primarie ma con regole certe e «non escludo che il Parlamento possa fare una legge in merito».

Su economia e immigrazione attacca l'Europa: «Ma dov'è l'Europa dei padri fondatori e della solidarietà? L'Italia può imporre le sue soluzioni». Mentre sulle pensioni ricorda «i miei governi hanno aumentato le pensioni a un milione di lire per 13 mensilità» mentre Renzi «deve restituire i 16 miliardi e non può parlare di bonus prendendo in giro gli italiani».

Sul dibattito interno dice sicuro: «Verdini se ne va? Non credo alle voci che circolano».

Ultimo accenno, poi, al programma economico: «La Flat tax? La proponemmo noi con Martino e la Lega disse di no.

Noi proponiamo al 20% e risultati positivi ed è semplice ed esclude l'elusione fiscale. E non è ingiusta perché è progressiva». La chiusura sul suo periodo ai servizi sociali: «Un'esperienza molto toccante. I venerdì erano i giorni migliori di un periodo terribile».

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