Berlusconi chiama gli alleati. Tajani, orgoglio azzurro: "Vincono i nostri candidati"

L'onore del centrodestra deve salvarlo il sindaco uscente di Trieste, Roberto Dipiazza. Un esponente di Forza Italia, un moderato

Berlusconi chiama gli alleati. Tajani, orgoglio azzurro: "Vincono i nostri candidati"

L'onore del centrodestra deve salvarlo il sindaco uscente di Trieste, Roberto Dipiazza. Un esponente di Forza Italia, un moderato. Come 15 giorni fa, quando alla guida della Regione Calabria arrivava Roberto Occhiuto, un dirigente politico azzurro, mentre i «civici» voluti da Lega e Fratelli d'Italia, cadevano uno a uno.

Ai ballottaggi la storia si ripete. Dipiazza, al quarto mandato con il 51,29 % dei consensi strappa al centrosinistra l'unica grande città delle 6 al voto. La prima telefonata di congratulazioni la riceve da Silvio Berlusconi. «Oggi sono l'eroe del centrodestra, me l'hanno detto i leader», spiega lui dopo aver ricevuto le chiamate anche di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

La consolazione è magra, nell'insieme desolante, ma pesa abbastanza per dare una lezione alla coalizione sulla selezione dei candidati e non solo. Se il «cappotto» non c'è stato è dovuto ad un concorrente che non corrisponde all'identikit imposto dalle due forze più pesanti del centrodestra. «Non è quadro soddisfacente, anche se la scarsa affluenza alle urne ci ha penalizzato. Quelle di Berlusconi si sono dimostrate scelte vincenti, a Trieste come in Calabria. Viene premiata la nostra linea politica, le ricette liberali, i nostri valori, l'appartenenza al Ppe, l'atlantismo forte. A Roma abbiamo sostenuto lealmente il candidato della coalizione, si scontano la scelta tardiva e la scarsa notorietà ancorchè competente». Il primo commento è della deputata azzurra Annagrazia Calabria, mentre i big tacciono. Poi è il coordinatore romano di Fi, Maurizio Gasparri (anche di lui si era parlato come candidato sindaco): «Non tutti i candidati della società civile sono adatti a fare politica, la nostra coalizione deve essere unita ma i voti si devono pesare non solo contare, perché se uno ne ha tanti ma li usa male...». Il vicepresidente e coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani sceglie Twitter per un «Buon lavoro!» a Dipiazza. «Il buongoverno degli ultimi 5 anni è stato premiato e la sua scelta, come quella di Occhiuto in Calabria, conferma che i candidati di Forza Italia sono vincenti».

L'unica altra vittoria non è organica alla coalizione ma vi fa riferimento. È dell'intramontabile ex dc Clemente Mastella, per la seconda volta sindaco di Benevento. Un politico di lunghissimo corso, anche se tiene la distanza ora dai partiti. Dopo 10 anni da sindaco di Ceppaloni e 5 già a Benevento, batte sul suo essere un moderato: «Rivendico la possibilità di avere un centro che non sia scelto ma sia in grado di scegliere».

Le amministrative 2021 impongono un chiarimento tra alleati e Berlusconi parla con Giorgia Meloni al telefono di un incontro da fissare presto. Identico concetto anche nella telefonata serale tra Meloni e Salvini: i due leader desiderano vedersi nei prossimi giorni insieme al Cavaliere.

Fi, nel suo piccolo, è l'unica che può dire di aver scelto bene, sia per i candidati sia per la posizione decisamente governativa, che la distingue da quelle di Salvini e Meloni. «Il centrodestra è diverso dal passato, quando aveva un federatore in Berlusconi», martella il segretario dem Letta, come aveva fatto dopo il primo turno.

Tra gli azzurri, impegnati in queste settimane a sostegno di candidati della coalizione scelti da altri, a cominciare da Michetti a Roma, serpeggia un forte malumore verso la destra a due facce che ha portato tutti alla sconfitta elettorale. «Con Bertolaso a Roma avremmo vinto!», dicono in molti.

Anche quelli che si sono turati il naso per mettere la croce su Michetti. L'alta astensione dappertutto, ma in particolare a Roma, forse si spiega anche così. Perché alle amministrative la disciplina di partito e ancor più di coalizione, funziona poco.

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