Il tempo stringe e a Villa Certosa continua serrato il lavoro per chiudere le liste elettorali. Non è ancora tempo di ufficializzazioni, ma il traguardo è vicino, anche perché entro la giornata di oggi bisognerà consegnare al Viminale l'elenco dei candidati e ovviamente non sono concessi i tempi supplementari.
Chiusa la partita dei seggi uninominali, Forza Italia cerca di definire le candidature per le liste plurinominali. La priorità è cercare di tutelare gli uscenti, sia pure in una situazione che prevede una diminuzione degli eletti rispetto al 2018, con conseguente sacrificio di parecchi parlamentari in carica. Ci saranno però almeno tre nomi nuovi importanti. Si tratta di Rita Dalla Chiesa, candidata in un seggio uninominale in Puglia, ma anche al proporzionale in altre regioni tra cui la Liguria. Alla conduttrice televisiva venne offerta la candidatura a sindaco di Roma nel 2016 da parte di Giorgia Meloni, ma in quel caso disse di no. Ora la nuova sfida e il possibile approdo in Parlamento nelle liste azzurre. Il secondo nome è quello del presidente della Lazio, Claudio Lotito che già nel 2018 arrivò a un passo dalle elezioni, con una contestatissima mancata nomina in un seggio campano e discussioni durate oltre tre anni nella Giunta delle elezioni, con diversi pareri a lui favorevoli. Questa volta l'imprenditore romano giocherà la sua partita in un seggio uninominale del Senato in Molise, dove peraltro sarà candidato alla Camera il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa.
Il terzo nome è quello di Valentina Vezzali, una leggenda della scherma e del fioretto che sarà capolista nel plurinominale nella Marche. Residente a Jesi, attuale sottosegretaria allo Sport, Vezzali entrò in Forza italia a fine luglio, andando controcorrente in un momento in cui ci furono diverse defezioni nel partito.
In un risiko delle candidature inevitabilmente complicato, il caso più delicato riguarda la presidente del Senato
Maria Elisabetta Alberti Casellati. La numero uno di Palazzo Madama, padovana, dovrebbe essere candidata in Basilicata, dopo il trasloco della bolognese Annamaria Bernini, capogruppo azzurro al Senato, nel maggioritario del Veneto. In Basilicata a livello locale è scattata una protesta dei quadri locali, tra cui il vicecoordinatore regionale Dario Bond, per il rischio di una esclusione del coordinatore regionale e sottosegretario all'Editoria, Giuseppe Moles, da anni in Forza Italia. Sarebbe stato lo stesso Moles a sedarla convincendo i dirigenti lucani a ritornare sui loro passi, per spirito di servizio.
Un caso curioso potrebbe verificarsi in Sicilia dove si potrebbe profilare una sfida tutta in famiglia, tra i due fratelli Craxi. Stefania, attuale senatrice azzurra alla guida della commissione Esteri di palazzo Madama, potrebbe essere dirottata nell'isola, in un collegio uninominale. Qui ritroverebbe il fratello Bobo, che proprio ieri ha accettato di candidarsi per il centrosinistra, nel maggioritario di Palermo.
Silvio Berlusconi, intanto, in una intervista al Tempo ha confermato la convinzione che «Giorgia Meloni come altri esponenti del centrodestra» abbia «senz'altro l'autorevolezza necessaria per guidare il governo». Con la presidente di Fratelli d'Italia «i rapporti non sono mai stati tesi, anche quando abbiamo compiuto scelte diverse, per esempio nei confronti del governo Draghi».
E aggiunge: «Io avrei voluto che il governo Draghi completasse il suo lavoro. Il nuovo governo di centro-destra dovrà continuare le molte cose buone avviate dal governo Draghi. Questo io l'ho sempre detto», anche se «Il centrodestra è vincente se Fi sarà trainante».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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