Nella terrazza dedicata allo spumante italiano, al riparo dalla folla a caccia del selfie e dalla calura equatoriale, è Vittorio Sgarbi, cicerone tra i tesori d'Italia a Expo per l'ospite Silvio Berlusconi, a fare la domanda: «Allora chi facciamo sindaco?». A fianco a lui c'è Guseppe Sala, numero uno di Expo, tra i nomi che girano proprio per Palazzo Marino con il Pd come sponsor principale. Berlusconi non si sbilancia: «Non abbiamo nessun nome per ora». Una risposta attendista che però, assicurano dal quartier generale azzurro, riflette esattamente la situazione (e non una qualche bocciatura su «una possibile candidatura di Giuseppe Sala», comunica in serata l'ufficio stampa di Forza Italia). L'ex premier vuole replicare a Milano lo schema risultato vincente a Venezia, con un candidato, non per forza un civico, capace di mettere insieme una coalizione di centrodestra molto larga, dalla Lega a Ncd, perciò è a caccia di un imprenditore o di un volto politico che risponda a quell'identikit, ricerca ancora in corso. Certo, se alla fine il leader della Lega Matteo Salvini decidesse di correre a Milano a quel punto – confessa un big azzurro – «sarebbe molto difficile dirgli di no, con i voti che ha». Insomma la partita è ancora del tutto aperta. Ma nella breve passeggiata che il leader di Forza Italia si concede nel bollente decumano (il vialone centrale di Expo), la gente che si accalca per salutarlo («Silvio uno di noi!» scalpita un fan, che si guadagna una stretta di mano) o scattare la foto col cellulare, è più preoccupata da altre partite: «Presidente, ce lo compra?», sottinteso Ibrahimovic, è la domanda ricorrente, specie dai ragazzi. Sorriso, breve silenzio: «Se viene, certo...». Un cordone della polizia lo scorta, mentre Sgarbi lo accompagna tra quadri e statue sparse nei ristoranti regionali di Eataly a Expo (con visitatori stranieri, un po' sorpresi dal fiume di persone che invade le sale, che lo riconoscono e anche loro scattano la foto souvenir), un vero «bagno di folla» per l'ex premier, confermano le agenzie («ha magnetizzato l'attenzione dei visitatori presenti, non c'è stata nessuna contestazione o fischio nei suoi confronti»).
Sull'altro fronte caldo, il salvataggio della Grecia col piano lacrime e sangue preteso soprattutto da Berlino, il leader di Forza Italia preferisce non esporsi direttamente. Ma la linea del partito è chiara: la demagogia ad uso interno del premier greco Tsipras ha avuto come unico risultato quello di servire su un vassoio d'argento un'altra vittoria alla Troika. Anche sulle scissioni dentro Forza Italia, Berlusconi osserva ma non entra in polemica. L'uscita di Denis Verdini da Fi con la formazione di un nuovo gruppo parlamentare «renziano», viene vissuta con «serenità», sottolineano i fedelissimi, conscio del fatto che «sempre le persone che lo hanno abbandonato, anche in momenti difficili, a parte l'attenzione mediatica iniziale, non hanno mai ottenuto successi politici». Momenti in cui, raccontano gli azzurri vicini al Cavaliere, viene fuori anche «la qualità umana di cui sono fatte le persone».
Era la prima volta per Berlusconi a Expo, ma non l'ultima promette lui. «Credo che dedicherò diverse giornate a questa Expo», perché questo è un evento «che io stesso ho fortemente voluto, l'ho conquistata io togliendola alla Turchia, entrando in rapporti difficili con il mio amico capo del governo turco, Erdogan.
Il governo turco si batteva con forza per averla, lo abbiamo contrastato e siamo riusciti a portare qui l'Expo. Credo che sia stata una decisione saggia. È impensabile, controproducente, negativo che venga sfasciato». Insomma, per l'ex premier «si devono trovare attività alternative, ce ne sono tante».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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