F orza Italia, Lega e Fratelli d'Italia insieme superano di un punto percentuale il Pd. Possiamo tornare ad avere i voti del 2008 e quindi essere maggioranza in Parlamento, recuperando tutti gli elettori moderati che, delusi si sono fatti da parte non andando a votare». Se ad Alan Friedman aveva confessato che non se ne andrà «fino a che non avrò vinto un'altra volta», ora Silvio Berlusconi inizia a ragionare sul modo in cui raggiungere l'obiettivo. La ricetta è semplice: tornare in campo in prima persona, rilanciare Forza Italia e ricostruire il centrodestra. «Forza Italia deve tornare a essere il primo partito italiano» è l'auspicio che esprime di fronte a 120 dirigenti campani riconquistati alla causa forzista da Nunzia De Girolamo e accolti dall'ex premier a Palazzo Grazioli con una battuta: «Di solito per il ritorno del figliol prodigo si uccide un vitello grasso noi al massimo mettiamo a cuocere un pollo». E poi ancora: «Sapevo di dover incontrare dei campani quindi ho detto al Milan di perdere contro il Napoli».
Ma al netto della consueta ironia, c'è anche una promessa utile a caricare la base: «Io non mollo, non mollo perché voglio riportare Forza Italia al 25%. Sono e sarò in campo. Nella vita ho sempre raggiunto i miei traguardi». Sulla possibilità che la legge elettorale possa essere modificata, Berlusconi si dice moderatamente ottimista. «Sono abbastanza fiducioso che si possa cambiare la legge elettorale nel senso di dare il premio di maggioranza non alla lista ma alla coalizione».
Le porte girevoli e la corsa di molti parlamentari di Forza Italia verso il carro renziano non sembrano rovinargli troppo l'umore, anzi vengono percepite come un'occasione per aprire spazi e rinnovare il partito. Una stoccata sui cambi di casacca, però, nelle ore in cui i voti dei verdiniani risultano decisivi per la tenuta della maggioranza al Senato, non può non arrivare. «Tutti i professionisti della politica che hanno usato il nostro partito come un taxi per il loro interesse personale se ne sono andati, e quindi c'è la possibilità di allargare enormemente il numero di candidati da presentare alle prossime elezioni politiche e lo faremo partendo innanzitutto dagli amministratori locali di Forza Italia». Come fare, però, per evitare il fenomeno del trasformismo verificatosi in questa legislatura? Per Berlusconi «dovrebbe essere introdotto il vincolo di mandato per gli eletti dal popolo». In ogni caso il Paese «è in una emergenza democratica grave. Renzi mi aveva fatto una buona impressione all'inizio, poi mi ha deluso».
Berlusconi - che prima della riunione telefona a Vladimir Putin per fargli gli auguri di compleanno e commentare gli ultimi sviluppi in Iraq e Siria - racconta che i progetti erano quelli di aspettare la sentenza di Strasburgo, ma dopo che «una manina che ancora non sappiamo di chi, ha spostato il verdetto da ottobre alla primavera del 2016», la tabella di marcia è cambiata. Illustra un programma fatto di alcuni «meno»: meno burocrazia, meno Europa ma più giustizia, più garanzie, più sicurezza. Promette l'abolizione di Equitalia. E come racconta Nunzia De Girolamo, chiede agli amministratori locali di «creare una catena affinché i nostri programmi possano arrivare a tutti i delusi». «Il mandato che ci ha dato è vincere e convincere tutti i moderati che non sono andati alle urne». Infine un annuncio: il viaggio nelle 100 province «Berlusconi lo farà e se non lo farà saranno le province a venire qui».
di Fabrizio de Feo
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