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Berlusconi: "Niente scorciatoie per poter diventare italiano"

Il Cav parla di diritti civili e immigrazione e smentisce le ricostruzioni di stampa sullo ius soli. Sul futuro: "Torneremo a vincere e abrogheremo le tasse sulla casa"

Berlusconi: "Niente scorciatoie per poter diventare italiano"

Malumori sulle presunte aperture a diritti gay e ius soli; dissidenze più o meno sotterranee sul restyling all'Italicum che arrivano a lambire perfino l'«uomo del patto», Denis Verdini; i naturali alleati di centrodestra che continuano lo smarcamento. Dalla lettura dei giornali per Berlusconi sembra una giornata storta ma lui tira dritto. Interviene telefonicamente a una kermesse di Forza Italia in Sardegna e mette i puntini sulle «i» sui temi sensibili che hanno scosso partito ed elettorato.

Temi che hanno colpito perfino Verdini che voci danno scontento tanto da abbandonare la nave? «Macché, sono appunto “voci”», giurano nell' entourage dell'ex premier. E lo stesso Denis smentisce via agenzia di stampa: «Non lascerò mai il partito, io sono e resto qui», dice negando l'esistenza di una lettera in cui si prospettano le sue dimissioni. Di sicuro Verdini - l'uomo di numeri e leggi elettorali - è uno di quelli che ha sempre messo in guardia il Cavaliere sul premio di maggioranza alla lista anziché alla coalizione. Ma è vero anche che, pragmatico com'è, sa che il male peggiore sarebbe il Mattarellum: sistema con cui Renzi potrebbe vincere tutto lasciando ai margini Berlusconi e i suoi.

Al di là dei tecnicismi, il Cavaliere è costretto a far digerire all'elettorato le sue ultime uscite su diritti civili e cittadinanza. Spiega così: «Il nostro dna non cambia. Sono state riportate tante inesattezze. La politica ha troppo spesso girato la testa da un'altra parte, ma Fi dev'essere un movimento coraggioso che non ha paura di affrontare temi come le unioni civili, cui in molti Paesi come Germania e Gran Bretagna, i partiti conservatori hanno guardato con serietà. Ma la famiglia tradizionale resta alla base della nostra società e dei nostri valori e niente potrà sostituirla».

Idem sulla cittadinanza: «Disinformazione montata ad arte. Ho detto solo cose di buon senso; ho detto che oltre a essere nati qui, per essere italiani ci devono essere: il requisito di un ciclo completo di studi, la padronanza dell'italiano, l'accettazione delle nostre regole di vita e la conoscenza della nostra storia che viene fuori da un ciclo di studi serio. Essere italiano è un onore e va meritato».

Quindi Berlusconi ribadisce di voler restare in campo da protagonista: «Qualcuno può pensare che dopo una vita di successi e traguardi, di 20 anni di combattimenti e guerre nell'interesse del Paese possa terminare la mia avventura politica da sconfitto?». Vincere. Vincere l'ultima partita facendo il goal sulle tasse: «Avevamo abrogato la tassa di successione e abrogheremo ogni imposta sulla casa quando riavremo la maggioranza», giura il Cavaliere.

Spinosa anche la questione alleanze: «Vogliamo costruire un nuovo centrodestra, vero e vincente. Nel mio grande sogno c'è la possibilità di ottenere, noi da soli, il 51 per cento. Vogliamo costruire un centrodestra vincente con gli alleati che stanno con noi all'opposizione: la Lega, Fratelli d'Italia e tutti coloro che davvero si oppongono alla sinistra». E c'è pure una stoccata a chi fa il controcanto tra gli azzurri: «Cari amici del centrodestra, dobbiamo lavorare insieme senza polemiche, lo dico anche a qualcuno all'interno di Fi che non lascia passare un momento per far vedere che al nostro interno ci sarebbero delle divisioni che invece non ci sono».

Non ultimo, un pensiero all'Europa: «Non si può andare avanti così. Serve un cambiamento in tre punti. Primo: la Bce deve diventare una vera banca centrale. Poi si deve ritornare alla parità dell'euro con il dollaro, condizione imprenscindibile. Un euro così forte ha penalizzato tutte le nostre esportazioni.

Terzo: occorre immettere liquidità nell'economia per uscire dalla crisi, come hanno fatto Usa, Giappone e Cina».

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