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Berlusconi non molla: "Siamo il centrodestra"

Il centrodestra è una sua creatura, una rottura sarebbe una sconfitta, ma in questi giorni Matteo Salvini l'ha provocato come non mai, soprattutto con lo scippo dei tre deputati.

Berlusconi non molla: "Siamo il centrodestra"

Il centrodestra è una sua creatura, una rottura sarebbe una sconfitta, ma in questi giorni Matteo Salvini l'ha provocato come non mai, soprattutto con lo scippo dei tre deputati. Eppure, Silvio Berlusconi incassa, è determinato a mantenere unita la coalizione e a non ascoltare alcuni dei suoi consiglieri (da Gianni Letta a Renato Brunetta) che vorrebbero una Forza Italia dalle mani libere.

Nel pomeriggio, dal leader del Carroccio arriva un segnale di distensione. Forse si è accorto di aver tirato troppo la corda, forse c'è lo zampino di Giorgia Meloni. La novità è la correzione dei leghisti alla pregiudiziale di costituzionalità presentata al dl Covid con la norma che riguarda Mediaset. Scompare la premessa, con il riferimento alla scalata dei francesi di Vivendi. In aula la pregiudiziale non ha chance, ma è l'ultimo atto ostile di Salvini contro una Fi troppo disponibile verso il governo.

Ora la questione si sgonfia e Berlusconi, pur amareggiato, registra la mossa dell'alleato, che finora sembrava battere i pugni sul tavolo per affermare: «Nel centrodestra la linea la do io». Raccontano che Salvini avrebbe fatto sapere a Laura Ravetto, Federica Zanella e Maurizio Carrara che, se volevano traslocare nel suo gruppo, dovevano farlo «ora o mai più». Uno scippo che brucia in casa azzurra, con quella foto sui giornali del Capitano e dell'ex sottosegretaria azzurra Ravetto.

Ma le amministrative sono alle porte, i leader dovranno incontrarsi per fissare le candidature e su Zoom Berlusconi parla ai coordinatori delle grandi città, per dire che in primavera un centrodestra «vincente, moderno, di governo, proiettato in Europa» deve strapparle a Pd e M5S (solo Trieste non è delle sinistre). «Vogliamo tornare a guidare il centro-destra -sottolinea-, occorre molto lavoro. Vinceremo le prossime politiche e torneremo al governo del Paese. Costruire e far vincere un centrodestra liberale ed europeo è il nostro compito storico. Su questa linea tutta Fi è unita, senza incertezze». Poi una stoccata al grillino Nicola Morra, che ha offeso tutti i calabresi e la memoria della «nostra cara amica Jole Santelli». Parole che sono «l'esempio di quello che la politica non deve essere» e tutte le forze «responsabili» dovrebbero «prendere subito le distanze».

Prima di lui, il vicepresidente di Fi Antonio Tajani in tv aveva ripetuto «non c'è nessun inciucio o tentativo di rimpasto, siamo alternativi alla sinistra», aggiungendo che «i rapporti tra alleati dovrebbero essere diversi», con «un accordo per evitare il passaggio da una parte all'altra». E sui tre transfughi: «Chi tradisce un partito non trova grande fortuna politica ed è destinato a scomparire». Poi la frase più dura, per il Capitano: «Vice di Conte è stato Salvini, non siamo stati noi. Chi ha sconfitto la sinistra in Italia è stato Berlusconi».

Alti e bassi e il neo consigliere politico del Cav, Renato Schifani, ammette: «Per Fi il centrodestra è un valore fondante, sono fiducioso per la tenuta della coalizione ma è inutile nascondere la delicatezza del momento». Anche dalla Lombardia arriva un segnale dalla Lega, che non voterà la sfiducia proposta dal M5S all'assessore regionale azzurro Giulio Gallera.

Archiviata l'idea di Renato Brunetta del doppio relatore alla manovra, ora Forza Italia conta di vedere accolte alcune sue proposte su sanità, imprese e partite Iva.

Dimostrerebbe che la collaborazione è più utile dello scontro, per portare a casa interventi concreti a favore delle categorie più colpite dalla pandemia.

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