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Berlusconi paciere: "Non sono arrabbiato con Salvini e Meloni"

Il Cav allo stadio di Monza sprona gli alleati: "Siamo maggioranza". Forza Italia al 10%

Berlusconi paciere: "Non sono arrabbiato con Salvini e Meloni"

Borsalino bordeaux e sciarpa blu, al fianco la compagna Marta Fascina con cerchietto diadema blu notte e mascherina en pendant, Silvio Berlusconi sembra un alto borghese allo stadio, come altri tifosi del Monza. Se non fosse per la foto stile social, pollici in alto in segno di vittoria, perché sia il calcio che la politica hanno le proprie regole. Un quattro a zero alla Spal non è cosa di ogni giorno e nemmeno un sabato d'intesa con il segretario della Lega, Matteo Salvini. Si verificano entrambe le circostanze e allora eccolo davanti ai fotografi, poco lontano dal partner di sport e palazzi Adriano Galliani.

«Ho passato un brutto momento ma ne sono uscito. Spero di poter essere ancora attivo per il bene dell'Italia, per tenere unite le forze politiche» dice il presidente di Forza Italia ripensando al recente ricovero al San Raffaele. Ovviamente non ha giovato all'umore la vicenda Quirinale, ma anche se i retroscenisti hanno appurato che nella sua uscita di scena Giorgia Meloni ha giocato un ruolo anche più rilevante del pur imprevedibile Salvini, il presidente di Forza Italia non sembra dell'umore di rivangare. Sostiene che il futuro del suo partito sia nel centrodestra, e che anzi sarà determinante per gli equilibri della coalizione, alleati volenti o nolenti. Eccolo ecumenico e ottimista: «Non ho nessun rancore con i miei alleati di centrodestra. Dobbiamo essere consapevoli di essere maggioranza nei confronti della sinistra, non disperdiamo questo valore».

Salvini si affida a una nota per comunicare la ferma volontà di sintonia con Giorgia (secondo i sondaggi prima nelle intenzioni di voto) e Silvio. «Siamo al lavoro per dialogare, ricucire e superare distanze e incomprensioni tra i partiti del Centrodestra (maiuscolo e senza trattino, ndr) a partire da solide alleanze nei Comuni che vanno al voto: solo uniti si vince» dice il leader leghista.

In primavera o alla vigilia dell'estate, tornano al voto numerose città importanti al Nord, al Sud e anche al Centro. Cinque capoluoghi di regioni da Genova a L'Aquila, Napoli Catanzaro e Palermo. Tra le altre Parma, Piacenza, La Spezia, Gorizia, Padova e Verona, Como, Cuneo, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, Taranto.

Una tornata importante che dirà qualcosa delle alleanze e anche dei risultati dei singoli partiti. Antonio Tajani, presidente azzurro, parla di sondaggi e consensi nazionali ma è chiaro che l'occhio è anche alle amministrative. «Forza Italia cresce più di tutti. Gli italiani premiano coerenza e lavoro» dice Tajani. Un modo di valorizzare sia i numeri che il loro significato, perché, come si diceva una volta e ogni tanto si ripete anche adesso, i voti non si contano ma si pesano e al centro pesano di più.

Secondo il borsino dei partiti Tecnè- Dire, al partito di Berlusconi è accreditato un incoraggiante 10 per cento e l'1,2% in più è proprio la percentuale di crescita maggiore cui fa riferimento Tajani. Meloni è stabile al 21,9, la Lega al 16,7 e quel 10 ha il suo valore. Il Pd infatti è in crescita al 21,65 e tallona Meloni, i Cinque Stelle in calo dello 0,3 sono al 12,8. Azione è al 4,6 (-0,2), Iv al 2,5 (-0,3), Europa verde al 2,4 e Si al 2,3. Gli altri hanno un attraente 5,2.

I giochi non sono ancora fatti.

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