Un governo politico, sostenuto da tecnici di area. Per Forza Italia il prossimo esecutivo non può non essere il frutto della volontà popolare espressa come è uscita dalle urne il 25 settembre scorso. A Berlusconi, che si è ritagliato per sé un ruolo di king maker (già riconosciuto da tutti con la nascita del governo Draghi) e di regista, preme soprattutto garantire il rispetto dell’alleanza atlantica e della fedeltà allo spirito che cementa l’Unione europea. Il suo partito, assicura il leader azzurro, sarà garante nei confronti dell’Europa di una piena continuità con il governo precedente. Ed è per questo che agli alleati chiede per gli azzurri un «portafoglio di peso nelle relazioni estere», che può tradursi - a esempio - nell’affidare ad Antonio Tajani la Farnesina. D’altronde, fanno notare i suoi più stretti collaboratori, il curriculum del coordinatore nazionale (già presidente del Parlamento europeo e commissario Ue) è di tutto rispetto. Il mosaico del prossimo esecutivo, comunque, è molto complicato da comporre. E se quella poltrona non fosse disponibile si cercherebbe per il coordinatore nazionale degli azzurri un ruolo di peso. E non si esclude nemmeno l’ipotesi di vederlo agli Interni o alla Difesa. Nella lista di Berlusconi compare anche il nome di Francesco Paolo Sisto, che potrebbe finire a guidare il ministero di via Arenula. Tra i potenziali ministri che Berlusconi proporrà alla Meloni figurano anche Gilberto Pichetto Fratin (già viceministro nel gabinetto Draghi) e Andrea Mandelli. E tra i desiderata di Forza Italia crescono le quotazioni del dicastero dello Sviluppo economico, visto che per il Mef gli azzurri condividono pienamente l’idea avanzata da Fratelli d’Italia di affidarne la gestione a un tecnico di area. «Può esserci qualche tecnico di area - spiega lo stesso Tajani ai microfoni del Tg1 -, ma non può essere un governo di tecnici, perché altrimenti non sarebbe cambiato nulla in Italia e invece non è così. Ci sarà qualche tecnico di qualità e di spessore, ma il governo deve essere per forza politico, nel senso più ampio del termine». Sembrano tramontate le speranze di vedere Licia Ronzulli prendere il posto che è stato in questi anni di pandemia di Roberto Speranza. Per lei, comunque, Berlusconi chiede un ruolo adeguato al peso nel nuovo esecutivo a guida Meloni, adeguato al ruolo che ricopre all’interno di Forza Italia. La senatrice intanto ha querelato il sito Dagospia. Che da giorni, spiega la Ronzulli, «conduce una incomprensibile campagna diffamatoria, utilizzando toni volgari che scadono nella misoginia. Non è accettabile che la legittima critica politica scada nel gratuito attacco personale». Nella difficile composizione del mosaico vanno tenute in conto anche le presidenze delle due Camere.
Per il Senato (qualora finisse a Forza Italia) è già pronta Anna Maria Bernini, mentre per Montecitorio Berlusconi farà i nomi di Giorgio Mulè e Alessandro Cattaneo (comunque in lizza anche per ruoli di prestigio come viceministri).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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