Berlusconi prende tempo Meloni giura: saremo fedeli. Ma Fdi vuole vedere i numeri

I protagonisti della partita quirinalizia continuano a giocare a carte scoperte o al massimo di rimessa

Berlusconi prende tempo Meloni giura: saremo fedeli. Ma Fdi vuole vedere i numeri

I protagonisti della partita quirinalizia continuano a giocare a carte scoperte o al massimo di rimessa. Nessuno si espone, i candidati restano virtuali, così come i desideri dei vari partiti che faticano a prendere forma. Il centrodestra stesso mantiene una linea attendista.

Il vertice dei leader inizialmente ipotizzato per oggi non si terrà e verrà rinviato a domani o forse al fine settimana, se non a lunedì. Silvio Berlusconi, è rimasto ad Arcore e continua a lavorare per verificare se ci sono le condizioni e i voti per entrare in campo da protagonista, ritenendo prematuro sciogliere la riserva una settimana prima della quarta votazione, mentre Antonio Tajani è tornato da Strasburgo per seguire da vicino il percorso di avvicinamento al 24 gennaio. Proprio Tajani in serata si è concesso un piccolo sfogo rispetto al gioco dei veti incrociati. «Dopo aver detto che Berlusconi è un grande perché votava il governo Letta non si può dire il contrario nel momento in cui non è funzionale all'operazione. Berlusconi è un grande, e lo è sempre. Dunque, il veto non ha ragione di sussistere. Non è che un cittadino di centrodestra non abbia la stessa dignità di un cittadino di centrosinistra o che un leader di centrodestra non abbia la stessa dignità morale di uno di centrosinistra».

Giorgia Meloni e Matteo Salvini si muovono con circospezione. Lega e Fdi avrebbero preferito una definizione più rapida - nei giorni scorsi il leader della Lega aveva indicato la giornata di lunedì come deadline - e ieri si registrava un po' di impazienza e nervosismo rispetto al rinvio del vertice dei leader. Nel corso dell'esecutivo nazionale, la leader di Fratelli d'Italia ha comunque ricordato la disponibilità di Fdi a sostenere la candidatura Berlusconi. Nel caso in cui la sua disponibilità venisse meno, «Fdi è pronta a formulare le sue proposte per concorrere a costruire una convergenza più ampia su personalità autorevoli nel campo culturale del centrodestra». Fondamentale, però, preservare la coesione della alleanza perché «solo se unita la coalizione ha i numeri per giocare la partita da protagonista». Con un obiettivo: «un presidente patriota, che difenda gli interessi nazionali italiani e sappia rappresentare l'Italia con autorevolezza e credibilità». «Non credo che qualcuno possa immaginare di candidarsi senza verificare i numeri con gli alleati. Questo non è in discussione e questo faremo», annota al termine della riunione Fabio Rampelli, deputato Fdi e vicepresidente della Camera.

Le voci comunque si rincorrono. Ambienti del Senato danno numeri in crescita per Berlusconi - che ieri ha ottenuto il rinvio del Ruby Ter al 16 febbraio - anche con il contributo degli eletti all'estero, mentre iniziano a circolare ipotesi sulle possibili strategie d'aula dei vari partiti. Di certo ieri il segretario della Lega ha visto i vertici del partito e ha ottenuto il mandato a trattare sul Colle. Al centro della riunione, la situazione economica con particolare riferimento al caro-energia dopo il tavolo aperto al Mise. «È stato confermato - informa la Lega - il pieno mandato al segretario per rappresentare al meglio la Lega e il centrodestra in vista della scelta del prossimo Presidente della Repubblica».

E Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, fa sapere che «nella Lega non c'è nessuna insofferenza sulla candidatura di Berlusconi. Tutte dietrologie giornalistiche. Il centrodestra è unito e sta lavorando per giocare questa partita da protagonista».

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