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Berlusconi prosciolto: è finito nel nulla l'ennesimo processo

Prescrizione per la presunta compravendita di senatori. E sogna la "remuntada" elettorale

Berlusconi prosciolto: è finito nel nulla l'ennesimo processo

È un Silvio Berlusconi «modello '94» quello che si muove in queste ore sui dossier politici più caldi, dall'emergenza migranti, alle Amministrative, proprio mentre incassa buone notizie sul fronte dell'attacco giudiziario: finisce nel nulla il processo sulla cosiddetta compravendita dei senatori.

Berlusconi, infatti, è stato prosciolto per prescrizione nel processo d'Appello in corso a Napoli per il caso dei senatori usciti dalla maggioranza il cui cambio di casacca avrebbe portato alla caduta del governo Prodi nel 2008. Il procuratore generale aveva chiesto che fossero confermate le responsabilità di entrambi gli imputati e, contestualmente, la prescrizione dei reati. Il presidente della seconda sezione della Corte d'Appello, Mirra, assieme al giudice Rovida ha invece dichiarato il «non luogo a procedere per estinzione del reato per prescrizione».

«Berlusconi andava assolto» sottolineano i legali dell'ex premier, Niccolò Ghedini e Michele Cerabona sottolineando il principio dell'insindacabilità del voto dei parlamentari. «Le accuse di Sergio De Gregorio non sono credibili, lui ha cercato di compiacere i pm per ottenere benefici processuali ed evitare così l'arresto», spiegano. «Il passaggio di De Gregorio allo schieramento di centrodestra - dice Cerabona - fu dovuto alla impossibilità di convivenza con Di Pietro. De Gregorio ha più volte detto di avere da sempre simpatie politiche per Berlusconi tanto da affermare che nel centrodestra era la mia casa. Quell'accordo politico prescindeva da qualsiasi dazione di denaro».

Intanto il Cavaliere, durante il periodo di riposo in Provenza, ha fatto decine di telefonate per motivare i dirigenti, chiamando coordinatori regionali, parlamentari ed europarlamentari. Il tutto in vista della corsa verso le Amministrative, consultazioni in cui solitamente il centrodestra non offre il meglio di sé, ma per le quali si inizia ad annusare un'aria positiva. Il presidente di Forza Italia, ad esempio, nelle sue telefonate non ha nascosto la sua soddisfazione per l'accordo allargato raggiunto a Catanzaro, anche con Ncd, con la mediazione del senatore centrista Piero Aiello, sul nome del sindaco uscente Sergio D'Abramo.

Un'apertura ad alleanze con forze e soggetti ben radicati sui territori del Meridione che in qualche modo ricorda a Berlusconi la strategia del '94, quando ci si accordò al Nord con la Lega e con Alleanza Nazionale e Ccd al Centro-Sud, con il Polo delle Libertà e il Polo del Buon Governo. Questa volta gli accordi avvengono in maniera meno conflittuale. Si parte dal punto fermo dell'alleanza Forza Italia-Lega-Fratelli d'Italia e con il consenso dei tre partiti-cardine si va a cercare l'aggregazione con altre forze. Al Sud, in particolare, il dialogo con il centro cattolico è considerato centrale, anche in vista delle Politiche.

E Berlusconi ha seguito in prima persona gli sviluppi e le trattative portate avanti da Sestino Giacomoni, Altero Matteoli e Gregorio Fontana con l'obiettivo di un centrodestra competitivo e allargato.

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