S ilvio Berlusconi si riprende la scena e la platea del suo partito e dopo poco più di tre mesi dall'operazione al cuore si mostra in piena forma di fronte ai suoi dirigenti. Il presidente di Forza Italia parla ad Arcore al Comitato di presidenza del partito azzurro e non si risparmia. Mena fendenti sul governo Renzi e sui grillini, con una critica lucida e serrata sull'«inconsistenza» e «l'incapacità» del premier, sull'impossibilità per il Movimento 5 Stelle di rappresentare «un'alternativa», sulla mancanza di leadership a livello internazionale. Berlusconi invita il partito a serrare le file in vista del referendum e spazza via ogni dubbio rispetto a chi ancora prova a inquinare le acque, dicendo in maniera chiara che non c'è spazio per alcuna intelligenza con il nemico e per un governo di scopo.
Nella prima ora e mezza la questione Parisi non viene toccata. Ma dopo una pausa dei lavori, quando già alcuni dirigenti sono andati via, è lo stesso Berlusconi un po' a sorpresa a introdurre il discorso. «Scusate, non abbiamo parlato di Parisi». A quel punto quei dirigenti che da tempo manifestano le loro perplessità illustrano le loro posizioni critiche, mentre Gianfranco Miccichè fa da contraltare mettendo sul piatto la convinzione che rinnovare il partito con l'apporto dell'ex direttore generale di Confindustria sia una condizione necessaria per schiodarsi da percentuali ormai ferme da tempo attorno al 12%. Berlusconi prova a stemperare gli animi e ricucire la trama dell'unità interna. Agli azzurri avrebbe infatti ribadito di aver dato a Parisi il compito di occuparsi del partito per cercare una nuova classe dirigente da proporre, congiungendo diverse energie. Il leader avrebbe rassicurato i suoi anche sulle ambizioni del manager, che non mirerebbero alla costruzione di un movimento politico alternativo anche perché, è convinto il presidente, Forza Italia ha già dentro di sé tutte le forze necessarie per il rilancio. Nelle parole del Cavaliere ci sarebbe un po' di rammarico per il fatto che durante la kermesse milanese, Parisi non abbia citato a sufficienza la storia di Forza Italia e che al momento non ci sia ancora la prova della fedeltà al partito. Ciò nonostante secondo il leader è giusto lasciare che lavori e che il suo operato sia messo alla prova. Parole utili a tranquillizzare la classe dirigente che tengono comunque ben aperta la porta per il manager romano (Berlusconi ha anche apprezzato l'utilizzo del claim «Per» usato nella convention «Megawatt» e non è escluso che possa essere usato per qualche iniziativa).
Nel suo ragionamento c'è spazio per un invito a coniugare il rinnovamento del partito con il lavoro per l'unità del centrodestra. Secondo Berlusconi è necessario da un lato consolidare i rapporti in una coalizione che non può essere soltanto uno stato di necessità, ma deve ritrovare le ragioni profonde dello stare insieme, sul piano dei contenuti e del linguaggio e dall'altro riportare gli elettori moderati a votare, i tanti delusi dalla politica che si riconquistano soltanto con una proposta credibile, affidata a persone che abbiano dimostrato, nella trincea del lavoro, delle professioni, della cultura, e non solo nel professionismo della politica, di saper fare qualcosa di utile per il paese.
Forza Italia, insomma, secondo il leader si candida a essere protagonista della stagione che vedrà la fine del renzismo e il fallimento dell'alternativa 5 Stelle.
In questa direzione, recita il comunicato, «si svolgerà a novembre una Conferenza Programmatica, nella quale i nostri eletti saranno impegnati a elaborare e approfondire idee e contenuti per un rilancio operativo del nostro movimento». Una conferenza che «sarà aperta e conclusa dal Presidente Berlusconi» e potrebbe rappresentare anche lo sprint finale della campagna referendaria azzurra per il no alla riforma Renzi-Boschi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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