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Berlusconi rassicura Putin: "Mozione contro le sanzioni"

Il Cavaliere vede il leader: "Domani chiederemo alla Camera che il governo le interrompa". Il presidente russo incontra anche il Papa

Berlusconi rassicura Putin: "Mozione contro le sanzioni"

Un'ora di ritardo, col premier italiano in attesa in un'Expo blindata come mai - esercito, polizia, 007, forze speciali in passamontagna, dozzine di energumeni della sicurezza russa - per l'arrivo di Vladimir Putin tra bandiere e cori di giovani ragazze (e, si dice, qualche fan leghista, mentre Salvini gli ha fatto recapitare una lettera), il primo vero potente ospite di Expo 2015, mentre entro fine mese arriveranno Hollande, Cameron e Michelle Obama. L'occasione è il Russia National Day, ma dopo il G7 in Baviera che ha pesantemente isolato la Russia tra le grandi potenze (Obama in testa: «Putin vuole ricreare i fasti dell'impero sovietico»), la visita in Italia diventa per il presidente della Federazione Russa una missione per sondare la sensibilità italiana - e anche vaticana, con l'udienza da Papa Francesco - sui temi più caldi per Mosca.

In Matteo Renzi il presidente russo trova un padrone di casa cordiale, ricco di battute sul calcio, sul cibo e sull'amicizia tra i due Paesi, ma nessuno spiraglio al di là della linea ufficiale europea sulla crisi ucraina e le sanzioni. Su quest'ultimo punto interverrà in serata Silvio Berlusconi, dopo l'incontro con l'amico del Cremlino a Fiumicino: «Domani (oggi, ndr ) presenteremo alla Camera una mozione al governo per non continuare nelle sanzioni verso la Russia, che ledono i nostri interessi per importi molto consistenti». Dopo l'alzabandiera, le effusioni. «La Russia e l'Italia sono legate da relazioni culturali e commerciali molto strette da più di 500 anni - esordisce Putin -. L'Italia è un importantissimo partner e un grande investitore per l'economia russa, e il nostro Paese è stato uno dei primi ad appoggiare la candidatura italiana per l'Expo 2015». Prende la parola Renzi e cita Dostoevskij, «la bellezza salverà il mondo»: «Mi piace ricordare che è stata scritta durante un soggiorno in Italia. Potrei continuare a raccontare i tanti legami culturali che ci uniscono». Cita il quadro internazionale difficile «per questioni che non ci vedono uniti», accanto alle battaglie comuni come quella «contro il terrorismo internazionale». Poi, dopo aver scherzato sulla gradazione alcolica delle bevande che troveranno al padiglione russo, dà appuntamento ai Mondiali di calcio Russia 2018, «dove spero di darle qualche dispiacere...».

Putin non sembra aver voglia di ridere. Poi, dopo il bilaterale con Renzi a Palazzo Italia, il presidente - nella cui delegazione ci sono il vicepremier, i ministri di Esteri, Industria e Sviluppo economico russi, più diversi manager fra cui il numero uno di Rosneft e di Gazprom - torna a battere sul tasto delle sanzioni, in maniera diretta. «Con le sanzioni l'intercambio tra i nostri Paesi si è ridotto del 10% nel 2014, nell'ultimo trimestre del 25%. Sappiamo che gli imprenditori italiani non vogliono perdere i loro contratti con la Russia. Abbiamo progetti insieme nel campo delle infrastrutture, nella sfera militare e tecnologica. Finmeccanica (in prima fila c'è l'ad Moretti, ndr ) assieme al consorzio Sukhoi ha progettato il nuovo superjet 100, Enel ha investito moltissimo in Russia, Rosneft ed Eni stanno rafforzando la piattaforma nel mare di Barents». La rinuncia a contratti già conclusi «ha portato le compagnie italiane a perdere 1 miliardo di euro, potevano creare nuovi posti di lavoro. Dobbiamo trovare vie d'uscita, o togliere le sanzioni, o usare altri strumenti, se volete appoggiare le vostre aziende». Altrimenti la Russia troverà altri partner con cui fare business, e peggio per l'Italia: «Noi prima o poi supereremo queste restrizioni. Ma questo danneggerebbe la nostra collaborazione». Un giornalista della Pravda gli chiede del G7 e Putin è gelido: «Una volta ci invitavano, ora i nostri partner non hanno più bisogno di noi. Hanno deciso che si tratta di un club di interessi. Auguriamo successi a questo club». La risposta di Renzi resta la stessa: «L'accordo Minsk 2, da applicare in modo integrale come chiede comprensibilmente il presidente Putin, è la stella polare, la bussola per superare la crisi Ucraina e le conseguenti le sanzioni e controsanzioni». Prima dell'invito a pranzo - cui partecipano anche gli ad di Eni, Enel, Finmeccanica, Pirelli, Salini Impregilo, Sace, e altri - esteso al ministro degli Esteri Lavrov «solo se ci dà una mano sulla Libia».

Poi Putin vola a Roma, prima dal Papa, e in serata dal vecchio amico italiano Berlusconi.

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