Berlusconi respinge l'assalto: nessun appoggio al governo

Il «niet» degli azzurri alle offerte degli emissari del premier Il Cavaliere lancia la campagna d'autunno: "Ripartiamo"

Berlusconi respinge l'assalto: nessun appoggio al governo

Berlusconi ribadisce: di Renzi non mi fido più, niente appoggio alle riforme. E oggi dà il via alla campagna d'autunno partecipando alla festa di Atreju a Roma per poi spostarsi sul Garda, domani, per dare man forte a Forza Futuro, kermesse organizzata da Maria Stella Gelmini. Ieri, però, ha tenuto banco la notizia di una cena tra il capogruppo a palazzo Madama Paolo Romani e un drappello di senatori azzurri. Secondo la ricostruzione del Corriere la pattuglia attovagliata in un ristorante della capitale avrebbe preso in considerazione anche l'ipotesi di un appoggio alle riforme. La notizia, ovviamente, ha contribuito a gettare ulteriore scompiglio tra i forzisti, già in subbuglio visto l'incessante lavorio di Verdini. Paolo Romani è corso a smentire: «Straordinaria, paradossale e direi anche un po' romanzata la ricostruzione secondo la quale si sarebbe tenuta una cena segreta di cospiratori o presunti tali allo scopo di parlare della linea del partito rispetto alle riforme. Accetto sempre volentieri un invito dai miei senatori, con cui sono solito condividere sia i momenti più tesi del lavoro d'Aula, sia quelli più distensivi di una serata a parlare di calcio». E ancora: «Stupido negare che si sia parlato anche di politica, ma folle pensare che le chiacchiere fra amici possano sostituire una riunione di partito. Ed è solo in quella sede che si discute seriamente e si decide assieme».

Tentennamenti sulla linea in materia di riforme? Assolutamente no. E tutti i partecipanti alla cena confermano che nessuno ha avuto dubbi nel merito: sarà un «niet». È vero, tuttavia, che emissari governativi abbiano avvicinato i berlusconiani con la seguente offerta: «Voi dite sì alla riforma e noi ci impegnamo, più in là, a modificare l'Italicum aprendo al premio alla coalizione anziché alla lista». Un'offerta che fa gola a Forza Italia ma alla quale il Cavaliere dirà di no. Almeno per il momento. Il mood è il seguente: «C'è da fidarsi di uno come Renzi?». Il premier continua a martellare Forza Italia perché, anche se è convinto di avere i numeri in Senato, non vuole avere tutte le opposizioni contro quando si terrà il referendum confermativo. I berlusconiani, tuttavia, chiudono la porta: «Siamo sicuri e compatti: le riforme non le votiamo e restiamo alternativi a Renzi», giura il senatore Marco Marin. Già, compatti? Franco Carraro, senatore che in tanti descrivono come tentennante, rompe il silenzio: «In tutta onestà, devo dire che nessuno mi ha cercato: non so se perché non conto nulla o perché sapevano quale sarebbe stata la mia risposta, ossia che sto in Forza Italia». Certo, il partito traballa: «Non è facile perché Berlusconi, che è il nostro unico leader in campo, al momento non è candidabile e questo crea un problema. Spero che chi se ne va lo faccia con convinzione e in buona fede: è vero che non c'è il vincolo di mandato, ma chi votò la nostra lista si aspetterebbe di trovarci tra i banchi di Forza Italia».

Una parola chiara sulla linea e sul partito, in ogni caso, arriverà oggi quando Berlusconi sarà intervistata da Nicola Porro ad Atreju, festa dei giovani di Fratelli d'Italia. «Ripartire» sarà il motto del Cavaliere, anche al netto degli ultimi addii. E Brunetta conferma: «Ripartire dalle nostre idee, che certo non ci mancano; siamo pronti a discutere e a condividere. Il Cantiere del centrodestra è aperto a chiunque voglia dare un contributo per il bene del Paese.

Tutto il resto verrà, con Berlusconi protagonista e federatore di questo nuovo centrodestra». E ancora: «Lavoriamo per l'unità e per mandare a casa Renzi: un premier inconsistente, che in Europa non tocca palla. E che non ha mai vinto elezioni politiche, solo primarie taroccate».

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