C estinato dalla maggioranza, il Fondo per i disabili proposto alla Camera da Matteo Dall'Osso viene ripescato al Senato con un emendamento della capogruppo di Forza Italia, Anna Maria Bernini e il governo lo ingloba alla fine nelle correzioni alla manovra.
Il deputato del M5s, affetto da sclerosi multipla, proprio per protesta contro le scelte del suo partito, nei giorni scorsi è passato nelle fila degli azzurri. Che ora mantengono la promessa di portare avanti la sua battaglia per istituire, presso il ministero delle Infrastrutture, un «Fondo per l'accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità», di 5 milioni di euro per il 2019.
«Pensavo di aver visto tutto nella vita», avrebbe detto ieri Silvio Berlusconi commentando il caos in Senato per la manovra. Scene che rafforzano la determinazione maturata dal leader con il vicepresidente di Fi Antonio Tajani, di puntare a un cambiamento che riporti a Palazzo Chigi il centrodestra, dato da tutti i sondaggi in netta maggioranza mentre esplodono le contraddizioni tra Lega e M5s. «Come fa Salvini ad accettare una manovra recessiva, che fa pagare ai cittadini i costi di reddito di cittadinanza e quota 100 e ha già bruciato miliardi di risparmi?», è la domanda retorica di Tajani. Fi interpreta la preoccupazione di imprenditori, pensionati, disoccupati, che un po' alla volta comprendono di essere stati aggirati da promesse irrealizzabili.
Sul territorio si lavora per riorganizzare e rilanciare il partito ed organizzare i congressi che concluderanno il tesseramento, prorogato al 10 gennaio. L'allargamento di Fi ad altre forze, dal SVP all'Udc di Cesa, ai Cristiano Popolari di Baccini e il dialogo con liste civiche e movimenti come quello dei Cristiani lavoratori, vuole recuperare una bella fetta dell'Altra Italia dei delusi dalla politica.
La previsione del Cavaliere di un travaso anche di parlamentari disillusi dal M5s, come Dall'Osso, sembra preoccupare molto Di Maio e i suoi, che minacciano denunce ai pm con «prove» registrate di una campagna acquisti degli azzurri. Ma l'«Operazione scoiattolo», spiegano in Fi, non è per «comprare» deputati o senatori. «Prevediamo che vengano da noi, compreso l'errore di affidarsi al movimento».
Sestino Giacomoni, che tiene le fila dei 20 coordinatori regionali, assicura che negli incontri e nelle manifestazioni organizzate in questi giorni di vigilia delle Feste, in Veneto come in Campania o in Molise, si nota una partecipazione e una fiducia maggiori di migliaia di cittadini. «Nella nostra chat - spiega- tutti raccontano che, dal Nord al Centro al Sud, c'è voglia di cambiamento e che in tanti hanno recuperato l'entusiasmo, anche dopo aver visto il presidente Berlusconi in campo, molto attivo nel lanciare messaggi di ottimismo. Ci dicono: datevi da fare per rappresentare il centrodestra migliore. Dopo la figuraccia con l'Ue e l'incertezza sulla manovra, la carta che può essere vincente è quella di una coalizione unita».
L'immagine di questo centrodestra compatto contro 5S e sinistra sarà nel simbolo unico che Fi, Lega e Fdi vogliono per il solo voto in un collegio uninominale della Camera, quello di Cagliari.
Al posto del velista assenteista grillino Andrea Mura, dimessosi per le troppe regate, punta la candidata sarda dell'intera coalizione, l'azzurra Daniela Noli, prima dei non eletti il 4 marzo. E alle suppletive del 20 gennaio la piazza, una volta gialla, potrebbe cambiare colore.
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