M acché frattura al femore, solo un ematoma per Silvio Berlusconi. Ma quale rientro d'urgenza da Zagabria in aereo- ambulanza, solo il jet privato con il quale il leader azzurro era andato al congresso del Ppe, partito nei tempi previsti.
Il grande allarme per la scivolata del Cavaliere e il colpo alla gamba viene del tutto ridimensionato dallo staff e dai vertici di Forza Italia. Certo, al rientro a Milano sono state necessarie le radiografie del caso per escludere qualsiasi frattura e, per cautela, Berlusconi è rimasto alla casa di cura milanese «La Madonnina» ma, dice una nota, «la verità è che si tratta di una banalissima contusione».
Berlusconi sta così bene da avere voglia di fare un'intervista a Libero, in cui dice che se dovesse attribuire dei ruoli per la «squadra del centrodestra» e si parlasse di calcio, vedrebbe bene Matteo Salvini «centravanti di sfondamento, Giorgia Meloni uno di quei terzini che copre la fascia destra ed è capace da quella parte di andare in goal ed io naturalmente il regista a centrocampo». Poi aggiunge, guardando al futuro: «Questa squadra ha milioni di tifosi, la maggioranza degli italiani, e deve conquistarne altri ancora, quella che io chiamo l'Altra Italia: 7 milioni di moderati che non vanno al voto ma si dichiarano liberali e anticomunisti».
Il leader azzurro ci crede proprio nella buona occasione, presto, per la coalizione e da Zagabria è tornato con due soddisfazioni, la prima per gli applausi e i consensi al suo intervento, a braccio, nell'ultima giornata dell'assemblea, la seconda per l'elezione di Antonio Tajani, numero 2 di Fi ed ex presidente dell'europarlamento, unico italiano tra i 10 vice del nuovo leader del Ppe, Donald Tusk (carica che ricopriva già al fianco di Joseph Daul).
Due elementi che per il vertice azzurro confermano il rilievo che il partito ha sulla scena europea e in particolare tra i popolari, malgrado la sensibile flessione di consensi. «Nel Ppe - spiega un dirigente del partito- Fi è garante della credibilità dell'Italia e dell'orientamento europeista del centrodestra che, viste le gravi divisioni nel governo giallorosso, conta di tornare al governo alle prossime, vicine elezioni. E Berlusconi è visto dai popolari come un'icona, ammirato dai giovani che gli chiedono di fare i selfie come fosse una star, stimato ed ascoltato dai più anziani».
Del resto, dal palco l'ha detto anche lui: «Sono il più vecchio qui e vi indico la strada». Nei due giorni a Zagabria si è intrattenuto tra scherzi e risate con il 38enne presidente dei popolari spagnoli Pablo Casado e altri giovani delegati ed è stato a cena con i leader europei, conversando del pericolo Cina e comunismo con la cancelliera Angela Merkel e la neopresidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che la prossima settimana a Strasburgo avrà la fiducia delle forze politiche che l'appoggiano. Tra di loro non ci saranno certo i leghisti, ma Berlusconi e Tajani lavorano per avvicinare il Carroccio al gruppo dei conservatori, dov'è già FdI, lasciando i sovranisti. Il Ppe, anche nel primo discorso di Tusk, tiene le porte chiuse ai «populisti» come Matteo Salvini, ma i popolari hanno un dialogo aperto con i conservatori, nessuno invece con il gruppo di Identità e democrazia, dove oggi siede la Lega.
Berlusconi si è proposto come «mediatore» e conta di portare i leghisti ad appoggiare almeno alcuni provvedimenti dei popolari, trovando convergenze di volta in volta. Cosa che sarebbe più facile dopo un trasferimento di gruppo del Carroccio.
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