Referendum Costituzionale

Berlusconi: "Se vince il No niente governo di scopo con il Pd"

Il leader di Forza Italia indica le mosse del suo partito in caso di vittoria el No al referendum costituzionale: "Sarebbe necessaria una legge elettorale condivisa, ma non parteciperemo a nessun governo di scopo con il Partito democratico"

Berlusconi: "Se vince il No niente governo di scopo con il Pd"

Il leader di Forza Italia torna a parlare del dopo referendum. Quello che accadrà in caso di vittoria del no "dipenderà da Renzi", osserva Silvio Berlusconi in un'intervista ad America Oggi. "I numeri parlamentari non cambiano, anche in caso di vittoria del No, quindi se Renzi deciderà di restare, potrà farlo. Lui ha promesso, se sconfitto, di farsi da parte: non sarebbe la prima promessa che non mantiene".

Il Cavaliere si sofferma sulle mosse politiche nel caso in cui Renzi fosse sconfitto: "Un percorso logico dopo la vittoria del No sarebbe quello di fare subito una nuova e diversa legge elettorale, e poi ridare la parola agli italiani per arrivare finalmente ad una maggioranza parlamentare che corrisponda alla maggioranza dei cittadini e ad un governo che ne sia espressione". Ma il Cavaliere sa bene che "in ogni caso sarà il Presidente della Repubblica a farsi garante di un percorso che senza avventure concluda la legislatura. Noi - prosegue - prenderemo atto con rispetto delle sue scelte, e ci regoleremo di conseguenza. Di certo, potremo collaborare alla nuova legge elettorale, anzi riteniamo necessario e doveroso che sia una legge condivisa, ma non parteciperemo a nessun governo di scopo con il Partito democratico".

Berlusconi affronta anche un tema che da tempo lo assilla, la sua incandidabilità. "Confido che l'Europa prima o poi farà giustizia di questo vero e proprio crimine contro la democrazia. Ma nel frattempo sono ancora qui, per il mio senso di responsabilità e per il mio senso dello Stato". E non si tira indietro ragionando sul futuro politico del centrodestra: "I successori non si fabbricano in provetta e non si nominano. Non siamo una monarchia - spiega il leader di Forza Italia -. I successori emergono naturalmente quando un nuovo leader dimostra sul campo di avere la forza, la passione, la capacità di coinvolgere la gente. Non dipende né da me né da altri nominarlo, non esiste un concorso per candidati leader.

Esistono le regole, dure ma giuste, della competizione politica".

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