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Berlusconi telefona agli alleati di Lega e Fdi: violenze da condannare, ma no in piazza sabato

E Salvini rilancia: "Manifestiamo dopo i ballottaggi, solo con il tricolore"

Berlusconi telefona agli alleati di Lega e Fdi: violenze da condannare, ma no in piazza sabato

La scelta della data è apparsa subito problematica. Non c'è soltanto l'emergenza Covid da affrontare. C'è il rispetto delle regole democratiche in occasione del voto amministrativo di domenica e lunedì prossimi. Forza Italia resta convinta dell'inopportunità di aderire alla manifestazione proclamata da Cgil, Cisl e Uil per sabato 16 ottobre per protestare contro le violenze subite a margine della manifestazione dei «No green pass» di sabato scorso. E rilancia: serve un gesto davvero unitario e non divisivo. Ed è così che i due capigruppo di Camera e Senato (Occhiuto e Bernini) hanno firmato un appello indirizzato alle altre forze democratiche presenti in Parlamento: «Non esistono totalitarismi buoni e totalitarismi cattivi - si legge nell'appello -, e per questo motivo non è possibile per i nostri gruppi firmare o sostenere la mozione presentata dal Pd. Ma proprio per superare le divisioni proponiamo di lavorare a una mozione unitaria contro tutti i totalitarismi, nessuno escluso».

Ieri lo stesso Berlusconi ha parlato al telefono a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Al centro della conversazione la condanna per le violenze perpetrate a Roma come Ia Milano, di ogni colore, a danno del sindacato e delle forze dell'ordine e la necessità di posizione - unitaria - del centrodestra in vista dei prossimi appuntamenti parlamentari e dei ballottaggi. Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia (che con Salvini, Tajani e Meloni domani saranno a Roma insieme al candidato Michetti per un incontro con la stampa) hanno declinato l'invito a partecipare alla manifestazione proposta dalla Cgil. Serve, fanno sapere, superare gli schemi ideologici. Schemi che il segretario della Cgil vuole mantenere. È infatti lo stesso Landini a dire che sarà una manifestazione antifascista dove «tutti gli antifascisti sono benvenuti». Da parte sua il segretario dem Enrico Letta respinge la matrice ideologica della manifestazione. «Non è né di destra né di sinistra - dice - e tutti dovrebbero partecipare». Anche Italia viva, per voce del vicepresidente del gruppo alla Camera, Marco Di Maio, a sottolineare che se è pur vero che tutti i totalitarismi sono da condannare «l'Italia ha vissuto il regime fascista che è illegale, come stabilito dalla Costituzione. Usare l'argomento i totalitarismi sono tutti uguali è un diversivo utile solo a rimanere nell'ambiguità». Il centrodestra, però, non vuole rinunciare alle garanzie di corretto uso del voto democratico per l'appuntamento elettorale del 17 e 18 ottobre. Ed è il leader leghista che lancia una «controproposta»: «Scendiamo in piazza tutti insieme, un giorno dopo il voto - dice - e non un giorno prima, con il tricolore e senza altre bandiere (rosse), per condannare e isolare tutti i violenti, di ogni parte e colore. Il Pd accoglie questa proposta unitaria, o preferisce fare solo campagna elettorale?»

Anche Maurizio Lupi lancia una proposta al sindacato. E sempre allo scopo di evitare che una simile manifestazione possa condizionare l'esercizio del voto dei cittadini. «Ora più che mai - ricorda - la politica, tutta, dev'essere unita nella condanna degli estremismi e nel rispetto delle reciproche diversità.

E il sindacato, se vuole evitare strumentalizzazioni, sposti la sua manifestazione a Milano, città non interessata dai ballottaggi».

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