Pensa che Matteo Salvini «sia già convinto» di lasciare Luigi Di Maio e conta di portarlo in Europa a un accordo con il Ppe, con altri leader sovranisti come Orban, che è già nei popolari ma con un piede fuori. «Li farò ragionare», promette Silvio Berlusconi a Uno Mattina, su RaiUno, assicurando che userà il suo particolare «talento per la mediazione».
Sono gli ultimi giorni prima delle elezioni europee e il leader di Forza Italia aveva promesso di essere in prima linea. Ci mette l'anima e sprizza ottimismo in 4-5 appuntamenti al giorno, inondando di interviste tv, giornali, agenzie di stampa, radio, social, visto che non può girare il territorio per il recente intervento.
Berlusconi è a Roma, per partecipare ai talk show televisivi come Porta a porta, farsi intervistare a raffica da Rainews24, LaPresse, Il Gazzettino. Cerca in ogni modo di contagiare gli elettori, di dare la concreta prospettiva che gli azzurri torneranno alla guida del Paese. Il centrodestra «non è mai venuto meno», dice a Bruno Vespa, e ha vinto tutte le elezioni dal 5 marzo 2018, quello M5s-Lega è «il governo dei mal messi insieme ed è difficile che possa continuare».
Sottolinea che i partner gialloverdi «si scambiano insulti inaccettabili, litigano dalla mattina alla sera» e conclude che deve finire questo governo «di liti per avere un governo di centrodestra». Poi confida: «Tra i collaboratori di Salvini non uno immagina di continuare con il M5s». Chiama «sprovveduti e incapaci» i grillini che sono «contro lo sviluppo, le imprese e gli imprenditori». Ma critica anche il ministro leghista dell'Interno, che ultimamente ha dei comportamenti «in distonia» con il suo importante ruolo. Come l'uso della religione, a Milano, per cercare voti. «È ridicolo - aggiunge- affermare un anno fa che gli irregolari erano 600 mila ed oggi dire che sono 90 mila, senza averne rimpatriato praticamente nessuno. Chi fa della sicurezza una bandiera non può comportarsi così». E poi, sottolinea, i problemi del Paese non sono solo sicurezza e immigrazione. Insomma, per Berlusconi, votare Lega è votare per questo governo.
Spiega che andrà a Bruxelles e da capolista in 4 delle 5 circoscrizioni (in quella di Centro c'è Antonio Tajani) chiede di andarci con molti voti. Riuscirà ad avvicinare al Ppe Salvini, che oggi dice di non volersi «sedere vicino alla Merkel». I leghisti lo capiranno, assicura il Cavaliere, quando vedranno che «da soli, con gli altri parlamentari sovranisti nel parlamento, resteranno all'angolo». Sarà conveniente, allora, accordarsi con il Ppe.
A chi accusa Fi di essere parte del vecchio sistema Ue, il leader di Fi risponde che «l'Italia non è stata penalizzata dal Ppe, ma dal fatto che l'Europa è stata governata da una casta di burocrati e di tecnocrati ottusi» e «l'innaturale accordo fra popolari e socialisti ha paralizzato la politica e svilito il sogno europeo». Questa alleanza lui vuole cambiare e prevede che il voto del 26 maggio manderà a casa il governo gialloverde. Poi, in un governo di centrodestra, ci sarà la regola che il premier viene indicato dal maggiore partito della coalizione, ma Fi ne «rimane l'anima e la colonna portante».
Lo manda a dire a Giorgia Meloni, che parla di maggioranza FdI -Lega, senza gli azzurri e l'attacca per l'apprezzamento su Mario Draghi, che lui non ha mai lanciato come premier, «ma qualunque persona seria auspicherebbe che fosse parte del governo del nostro Paese, un governo politico di centrodestra, non certo tecnico». Per il Cav, la Meloni si agita tanto per portare Fdi al 4%, ma è «fuori dalla realtà» quando dice che Fi vuole allearsi con il Pse in Europa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.