Politica estera

La vendetta di Joe (che si riprende il partito)

"Sleepy Joe" si è scrollato definitivamente di dosso il fastidioso nomignolo che gli era stato affibbiato da Donald Trump

La vendetta di Joe (che si riprende il partito)

«Sleepy Joe» si è scrollato definitivamente di dosso il fastidioso nomignolo che gli era stato affibbiato da Donald Trump. È rimasto sveglio per tutta la lunga notte di midterm, ad osservare in tv la mappa elettorale Usa che, anziché colorarsi inesorabilmente di rosso, mostrava progressivamente ampie macchie di blu. E a mano a mano che l'annunciata ondata repubblicana veniva arginata dalla diga democratica, dalla Casa Bianca facevano trapelare che il presidente era al telefono per congratularsi con i candidati del suo partito. Una delle chiavi per comprendere quanto è accaduto martedì notte sta nell'aggettivo che la mattina dopo lo staff di Joe Biden ha consegnato ai media Usa, per descrivere lo stato d'animo del presidente: «Si sente vendicato». Questa tornata di midterm rischiava di trasformarsi per lui in una clamorosa bocciatura dei suoi due anni di Presidenza. In attesa di conoscere l'esito definitivo del voto (probabilmente bisognerà aspettare il ballottaggio del 6 dicembre per il seggio senatoriale in Georgia), Biden può rivendicare di avere scongiurato la disfatta, di avere ottenuto (molto probabilmente) un insperato pareggio, se non di avere strappato (molto difficile) una clamorosa vittoria al fotofinish. Nelle ultime settimane di campagna, il presidente si era impegnato in un frenetico tour elettorale dell'America. Evitando, dicono i maligni, gli Stati nei quali nel 2020 era andato male, preferendo palchi meno ostili. La realtà è che molti candidati Dem avevano preso le distanze da lui, considerato «perdente», per quell'istinto di sopravvivenza politica che prevale anche sul rispetto o sulla riconoscenza.

Un atteggiamento che alla prova dei fatti è stato smentito da quella che (finora) è la vittoria più importante per i Democratici, in Pennsylvania, dove John Fetterman ha conquistato il seggio in palio per il Senato, battendo il candidato trumpiano Mehmet Oz. Proprio in Pennsylvania Biden si era fatto vedere più volte, l'ultima sabato scorso, a Filadelfia, al fianco di Barack Obama, a sostegno di Fetterman. Anche da questo risultato, in bilico fino all'ultimo, Biden deve sentirsi «vendicato». Nel corso delle ultime settimane della campagna, quando i sondaggi favorevoli dell'estate erano stati superati dalle fosche previsioni di inizio autunno, i mugugni che provenivano dall'interno del Partito democratico dovevano sembrare alle orecchie del presidente più rumorosi delle bordate che gli venivano lanciate da Trump e dai suoi candidati «Maga».

A Biden, i critici Dem rimproveravano di avere sbagliato campagna elettorale. Troppa enfasi su aborto, diritti e rischi per la democrazia in caso di vittoria dei trumpiani, invece che centrare il messaggio su inflazione e economia, le grandi emergenze del momento. In realtà, a ben vedere, il presidente ha saputo indirizzare il suo messaggio a seconda della platea. Nei ricevimenti di raccolta fondi, nei lussuosi appartamenti di New York o nelle magnifiche mansion californiane dei ricchi donatori democratici, il messaggio era sicuramente del primo tipo. Nelle fabbriche e nei tanti luoghi di lavoro visitati nelle ultime settimane, il focus era sui bisogni della classe media, fiaccata dall'inflazione, dai prezzi della benzina alle stelle e dai costi della sanità. Ci sarà tempo per analizzare i flussi elettorali. Ma è possibile che anche nell'elettorato repubblicano di reddito medio o medio-basso abbia pesato il rischio che il Gop, una volta riconquistata Capitol Hill, usasse l'accetta per tagliare i tanti benefit introdotti da Biden in materia di welfare e sanità.

L'anziano presidente (compirà 80 anni il 20 novembre) inizia la seconda parte del suo mandato da una posizione di forza. Se non in assoluto, almeno all'interno del suo partito. Sta a lui ora «dare le carte» in vista del 2024, decidere se ricandidarsi o se passare la mano a una nuova generazione di Dem. Una cosa è certa, Biden l'ha già fatto capire.

Se lo sfidante repubblicano sarà Donald Trump, lui è pronto a un rematch: «L'ho battuto una volta e posso rifarlo».

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