Guerra in Ucraina

Biden fa il duro: "Putin pagherà". Zelensky: salvate Abramovich

Il presidente Usa sbarca in Europa: pronte altre sanzioni. Kiev alla Ue: boicottare Renault, che "sospende" in Russia

Biden fa il duro: "Putin pagherà". Zelensky: salvate Abramovich

«Sto andando in Europa per radunare la comunità internazionale attorno all'Ucraina e fare in modo che Vladimir Putin paghi un alto costo economico per la guerra che ha scelto di combattere». Joe Biden riassume così su Twitter, mentre è in volo verso Bruxelles, gli obiettivi della maratona diplomatica di tre giorni che punta a rinsaldare l'unità occidentale, ma anche a prendere nuove decisioni cruciali per fermare il Cremlino. Il presidente americano annuncerà oggi nuove sanzioni su figure politiche, oligarchi e entità russe (inclusi, secondo quanto riferito da fonti informate al New York Times, oltre 300 membri della Duma).

Biden è il leader più atteso ai tre summit di Bruxelles sull'Ucraina (Nato, G7 e Consiglio europeo), dove cercherà di dettare la linea mediando tra le crescenti divergenze dei vari Paesi. Il Comandante in Capo annuncerà un piano di azioni comuni per rafforzare la sicurezza energetica e ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas di Mosca. Mentre sabato, nel bilaterale con il collega polacco Andrzej Duda a Varsavia, svelerà nuovi aiuti umanitari americani, incontrerà i profughi e le truppe Usa. Intanto il segretario di stato Antony Blinken ha detto che «gli Stati Uniti ritengono che le forze russe hanno commesso crimini di guerra in Ucraina».

Ieri, nel frattempo, il leader di Kiev Volodymyr Zelensky è intervenuto virtualmente dinanzi al parlamento francese affermando che Parigi deve aiutare l'Ucraina a porre fine a questa «guerra contro la libertà, l'eguaglianza e la fraternità», i tre valori fondamentali della République che - ha osservato - hanno «reso l'Europa unita». Il presidente ucraino ha poi accusato diverse aziende, tra cui le francesi Renault, Auchan e Leroy Merlin di «sponsorizzare la guerra» per non aver lasciato la Russia, e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha chiesto un boicottaggio mondiale di Renault, che poco dopo, nella serata di ieri, annuncia la sospensione della produzione del suo stabilimento di Mosca, due giorni dopo la ripresa delle attività. Inoltre, è stato proprio Zelensky, secondo fonti del Wall Street Journal, a chiedere agli Usa di non imporre sanzioni su Roman Abramovich, in quanto l'oligarca potrebbe giocare un ruolo nel facilitare i negoziati di pace. Da Berlino, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sentito Putin per discutere gli sviluppi dei colloqui con Kiev.

Il ministero degli Esteri russo, dal canto suo, ha consegnato all'ambasciata Usa nella capitale un elenco di diplomatici americani dichiarati persone non gradite e che saranno espulsi. Il dossier ucraino è al centro dei lavori anche al Palazzo di Vetro dell'Onu, dove sono al vaglio tre bozze di risoluzione sulla crisi umanitaria, due all'Assemblea Generale, riunita nella sessione speciale, e una al Consiglio di Sicurezza. In Assemblea dovrebbero essere votati entrambi i testi rivali, uno degli occidentali e l'altro del Sud Africa (a rischio ritiro): tutti e due chiedono il cessate il fuoco, l'accesso umanitario e la protezione dei civili, del personale medico e degli operatori umanitari. Ma solo il primo nomina Mosca e chiede «l'immediata cessazione delle ostilità da parte della Russia», mentre quello sudafricano non la menziona. «È un altro show politico anti-russo, questa volta nel contesto umanitario», ha commentato l'ambasciatore di Mosca alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia.

Mosca ha proposto una terza bozza, in Consiglio di Sicurezza, che chiede l'accesso umanitario e la protezione dei civili, ma non menziona il suo ruolo della crisi, e sin da principio è stata destinata al fallimento.

Commenti