Il nastro della storia si riavvolge di quattro anni, riportando le menti al periodo buio della pandemia e all'esplosione sociale causata dall'uccisione di George Floyd. L'America si riscopriva profondamente spaccata, il pensiero politico polarizzato, e oggi, quattro anni dopo, spaccatura e polarizzazione rimangono profonde, come è emerso nel corso del primo dibattito che ha visto nuovamente di fronte Joe Biden e Donald Trump. Con la differenza non trascurabile che rispetto al 2020 entrambi sono più anziani, i candidati più anziani alla Casa Bianca della storia Usa. Il presidente americano e il suo predecessore hanno incrociato i guantoni per 90 minuti ad Atlanta per il primo dibattito televisivo di Usa 2024, uno scontro attesissimo che ha dato il via ad una infuocata estate di campagna elettorale. Decine di milioni di americani si sono sintonizzati davanti alla Cnn (l'audience atteso era tra i 60 e i 70 milioni, senza contare le decine di altri milioni che hanno seguito e seguiranno frammenti sui social media) per ascoltare due candidati che non piacciono alla maggioranza degli elettori, secondo i sondaggi, e sono desiderosi di dare una scossa alla propria campagna. Biden sottolineando i contrasti tra lui e Trump, ha ricordato che le elezioni sono una scelta sulla natura fondamentale della democrazia e tra una visione - la sua, «dove le libertà sono protette e tutti gli americani hanno una giusta possibilità», e quella a tinte fosche dell'avversario, «che ricoprirà il ruolo di dittatore fin dal primo giorno, concederà tagli fiscali agli ultra-ricchi a scapito della classe media e straccerà i diritti delle donne». «Biden è una minaccia per la democrazia e una minaccia per la sopravvivenza e l'esistenza del nostro stesso Paese», è invece il mantra del tycoon.
A quattro mesi dalle elezioni, e soprattutto prima delle convention di partito, è difficile che questo dibattito si riveli decisivo, ma il momento è stato comunque cruciale per entrambi. Trump gode di un leggero vantaggio negli stati chiave, ma l'elezione rimane estremamente equilibrata e probabilmente sarà decisa al fotofinish in una manciata di campi di battaglia. L'ex presidente ha quattro punti di vantaggio sul rivale (48% a 44%) nell'ultima proiezione di New York Times e Siena College, da cui emerge che la condanna nel processo per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels non pesa sul gradimento tra i repubblicani. Oltre i due terzi dicono che il verdetto non fa alcuna differenza, e circa il 90% degli elettori Gop continua a valutarlo positivamente. Biden, invece, incontra maggiori difficoltà fra i democratici: solo il 72% degli elettori che hanno votato per lui quattro anni fa approvano il lavoro che sta facendo. Anche il guru dei sondaggi Nate Silver, fondatore di FiveThirtyEight, punta sul tycoon e afferma che le sue chance di vincere le elezioni sono al 65,7%, a fronte del 33,7% dell'avversario. A suo parere Biden potrebbe vincere il voto popolare di misura con il 47,2% contro il 47,1% di Trump. L'ex inquilino della Casa Bianca, dalla sua, ha quella che gli osservatori ritengono una vera arma segreta. Si chiama Susie Wiles, è un personaggio poco conosciuto soprattutto per il basso profilo che mantiene ed è la consigliera più importante di Trump, di fatto la responsabile della sua campagna.
Per il sito Politico è «una delle ragioni per cui Donald è il candidato repubblicano e Ron DeSantis no, è stata essenzialmente il suo capo dello staff negli ultimi tre anni, ed è uno dei motivi per cui l'attuale operazione del tycoon ha ottenuto il merito di essere più professionale rispetto ai suoi antecedenti irritabili e mediocri, anche dopo la sconfitta del 2020, l'insurrezione del 2021, le sconfitte del suo partito alle elezioni di Midterm del 2022 e i processi». Lei, secondo gli esperti, è una delle ragioni principali per cui Trump ha tutte le possibilità di essere eletto di nuovo.
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