Biden non molla. E Trump lo insulta

Joe incassa il sostegno dei governatori. Ma i donatori chiedono il passo indietro

Biden non molla. E Trump lo insulta
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Joe Biden celebra la Festa dell'Indipendenza americana nel momento più complesso della sua lunga carriera politica. Il presidente e la first lady Jill ieri pomeriggio hanno accolto militari in servizio, veterani, operatori sanitari e le loro famiglie alla Casa Bianca per il tradizionale barbecue del 4 luglio, seguito in serata dallo spettacolo dei fuochi d'artificio sul National Mall. Mai come in questi giorni gli occhi sono costantemente puntati su ogni gesto e ogni parola del comandante in capo, che deve dimostrare di essere in grado di affrontare un secondo mandato.

I prossimi appuntamenti sono cruciali per Biden a partire dal comizio di oggi in Wisconsin e dall'attesissima intervista su Abc News, mentre domenica parlerà a migliaia di persone alla National Education Association in Pennsylvania con la moglie. E la prossima settimana ospiterà decine di leader mondiali a Washington per il vertice Nato, a margine del quale terrà una rara conferenza stampa in solitaria. In un'intervista radiofonica al The Eangram show, la prima dopo la débâcle al dibattito tv, Biden ha ammesso: «Ho fatto un casino, ho commesso un errore». «Ho avuto una serataccia, ma 90 minuti non cancellano tre e anni e mezzo», ha aggiunto, sottolineando che le esperienze dolorose della sua vita gli hanno insegnato a «rialzarsi» quando si cade. Ed è tornato ad avvertire che «non possiamo permettere che Donald Trump vinca, sarebbe un disastro per l'America. La posta in gioco non è mai stata così alta come in queste elezioni. Tutti i nostri diritti sono in gioco».

Il presidente ha incassato l'appoggio dei governatori democratici, che dopo l'incontro di mercoledì pomeriggio alla Casa Bianca gli hanno ribadito il loro sostegno. «Tutti i governatori democratici sono dalla parte di Biden, tutti noi vogliamo vincere a novembre», ha sottolineato Tim Waltz del Minnesota, parlando di un «dialogo schietto e franco». «Il presidente ci ha assicurato che è in corsa per vincere e noi gli abbiamo promesso il nostro sostegno», ha aggiunto la governatrice di New York, Kathy Hochul. La strategia annunciata è: basta eventi dopo le 20 per riposare di più.

Decisamente più complessa è la situazione con i donatori. Reed Hastings, co-fondatore di Netflix e uno dei maggiori finanziatori del partito, gli ha chiesto di ritirarsi dalla corsa, sottolineando in una email al New York Times che «deve farsi da parte per consentire a un forte leader dem di battere Trump e mantenere gli Usa sicuri e prosperi». Hastings e sua moglie, Patty Quillin, hanno donato oltre 20 milioni di dollari per sostenere i dem negli ultimi anni, di cui 1,5 milioni per Biden durante la corsa presidenziale del 2020 e 100mila dollari la scorsa estate.

Kamala Harris, intanto, in queste settimane andrà in missione in Louisiana, Texas e Indiana per conquistare elettori chiave come i neri, le donne e i giovani. Gli afroamericani sono stati fondamentali per la vittoria di Biden quattro anni fa, ma ora il loro sostegno è in calo. Harris terrà anche il discorso programmatico al 71° anniversario della Alpha Kappa Alpha Sorority, la più antica confraternita universitaria fondata da donne nere, di cui fa parte.

La vice presidente è considerata la scelta migliore in caso di un ritiro di Biden, e i donatori che l'hanno sostenuta e finanziata in vista della sua corsa del 2020 (finita ancor prima delle primarie) stanno discutendo in privato i dettagli di una eventuale candidatura. Le conversazioni - ha spiegato Cnbc - si sono svolte tramite telefonate e messaggi, e riguardano questioni chiave, a partire dall'ipotesi che Harris, in caso di nomination, possa mettere le mani sui fondi elettorali gestiti al momento dalla squadra del presidente.

Trump, intanto, in un video diffuso dal Daily Beast mentre si trova su un cart da golf in compagnia del figlio Barron, ha commentato il dibattito dicendo del

rivale: «È una vecchia montagna di spazzatura. Sta abbandonando la corsa. L'ho mandato fuori... questo significa che abbiamo Kamala». E ha descritto la Harris come una candidata «migliore», ma anche «cattiva» e «patetica».

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