L'America chiama, la Russia risponde. La partita in Ucraina è tra le due superpotenze, questo è chiaro. Gli Stati Uniti armano Kiev, mentre Mosca fa la voce grossa e fa sapere per bocca del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che una soluzione pacifica della crisi ucraina sarà possibile solo dopo che Kiev «avrà soddisfatto tutte le richieste della parte russa». E un altro Dmitry, Medvedev, ex presidente di Mosca, arriva a criticare il leader europei di non essere in grado di opporsi allo strapotere di Washington, mettendo a confronto i leader europei attuali con quelli del passato. «Senza offesa per nessuno -scrive su Telegram l'attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca - ma è evidente a tutti che Mario Draghi non è Silvio Berlusconi e Olaf Scholz non è Angela Merkel. Si tratta di persone nuove e di una nuova era di governo, a mio avviso tutt'altro che ottimale». Medvedev parla di «degenerazione della politica europea» ridotta a «pallida riserva dei solisti americani. Charles de Gaulle potrebbe opporsi a qualsiasi presidente americano. E ora quali europei lo faranno senza stringersi la mano? Non pensano al futuro. Sono limitati solo dai loro flaccidi obiettivi elettorali». Secondo Medvedev l'assenza di interlocutori credibili «crea problemi non solo al mondo occidentale, ma anche a noi, alla Russia. Come ha giustamente osservato Vladimir Putin, dopo la morte del Mahatma Gandhi, non c'è più nessuno con cui parlare». Sembra Woody Allen, è solo un putiniano di ferro. Il tutto nel giorno in cui Mosca annuncia i referendum per la creazione di repubbliche separatiste nelle regioni ucraine di Kherson e Zaporizhzhia l'11 settembre, un giorno che suona come una provocazione per gli Stati Uniti.
Gli americani ignorano le provocazioni e fanno quello che al momento riesce loro meglio: riforniscono di armi l'Ucraina. Ieri su twitter il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha annunciato l'arrivo dei lanciarazzi Usa Himars. «Grazie al mio collega e amico americano segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III per questi potenti strumenti! L'estate sarà calda per gli occupanti russi. E l'ultima per alcuni di loro». Reznikov non dà i dettagli, ma secondo quanto scritto la scorsa settimana da Politico, che citava funzionari del dipartimento della Difesa Usa, i lanciarazzi dovrebbero essere quattro. Si tratta di lanciarazzi multipli leggeri con una gittata molto superiore a quella di altri sistemi missilistici, ma comunque non in grado di raggiungere il territorio russo. E altri Himars dovrebbero far parte del nuovo pacchetto di armi americane per un valore di 500 milioni annunciato ieri dal presidente Joe Biden. Un altro aiuto americano è uno dei due cani robot dell'esercito statunitense, che sarà messo a disposizione dell'esercito ucraino per sminare le aree in Ucraina occupate dalle forze russe vicino alla capitale Kiev e poi abbandonate.
Va avanti l'offensiva russa. Secondo l'intelligence della Difesa britannica le forze di Mosca stanno aumentando la pressione sull'area di Lysychansk-Severodonetsk nell'Ucraina orientale con la loro avanzata strisciante ai margini delle zone abitate, ma il tentativo di prendere il controllo della parte occidentale della regione di Donetsk rimane in fase di stallo. Il governatore dell'oblast ucraino di Lugansk, Serhiy Gaidai, parla di «pesanti incendi nella città di Lysychansk causati dagli invasori russi» che hanno lanciato «più di cento razzi» con «interi quartieri sotto il fuoco dei russi» che utilizzano «artiglieria e mortai». Sotto attacco 14 località della regione di Donetsk, con la morte e il ferimento di diversi civili. Un civile è stato ucciso in un bombardamento russo del porto di Skadovsk, nel sud dell'Ucraina, occupato dalla Russia il 22 giugno. Nella regione di Zaporizhzhia, le forze russe avrebbero smantellato la più grande centrale solare dell'Ucraina, vicino alla città di Tokmak.
Attivi anche gli ucraini, che con le forze del reggimento Azov nell'oblast di Zaporizhzhia, nell'Ucraina meridionale, hanno catturato due militari russi. Si lavora allo scambio di 77 marinai russi di otto navi civili, ferme in Ucraina con prigionieri ucraini.
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