Politica estera

Biden torna a stuzzicare l'avversario cinese."In crisi economica è una bomba a orologeria"

Altra provocazione dopo lo stop ai chip: "I cattivi nei guai fanno cose cattive"

Biden torna a stuzzicare l'avversario cinese."In crisi economica è una bomba a orologeria"

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Torna a salire la tensione tra Washington e Pechino. Dopo la decisione di Joe Biden di vietare alle aziende americane una serie di investimenti hi-tech in Cina, il presidente Usa parlando a un evento di raccolta fondi in Utah ha affermato che il Dragone «è una bomba a orologeria in molti casi» a causa delle sue sfide economiche, tra cui un'elevata disoccupazione e la forza lavoro che invecchia. Problemi che rappresentano un rischio, perché «quando le persone cattive hanno problemi, fanno cose cattive», ha continuato, precisando però di voler cercare di avere «un rapporto razionale con la Cina. Non voglio danneggiarla, ma sto osservando con attenzione». L'economia del gigante asiatico è caduta in deflazione a luglio, e il paese potrebbe entrare in un'era di crescita economica molto più lenta con prezzi al consumo e salari stagnanti, in contrasto con l'inflazione in altre parti del mondo. Le osservazioni del comandante in capo ricordano i commenti che ha fatto a giugno, quando ha definito il presidente Xi Jinping un «dittatore», e in quell'occasione Pechino ha parlato di «provocazione politica».

Già nei giorni scorsi Biden aveva irritato il Dragone firmando un ordine esecutivo che vieta alcuni nuovi investimenti tecnologici, come i chip per computer e l'intelligenza artificiale. Una mossa che apre la strada a un possibile scontro commerciale fra le due potenze, che di recente sembravano essere riuscite a instaurare canali di comunicazione. Pechino ha accusato gli Usa di «bullismo tecnologico» e di infliggere un duro colpo alle catene industriali e di approvvigionamento globali. Contro l'iniziativa la Cina ha già presentato delle «solenni rimostranze», convinta che «con il pretesto della sicurezza nazionale», gli Stati Uniti puntino a «privare» Pechino «del suo diritto allo sviluppo e a salvaguardare i propri interessi». Secondo gli esperti la fragile tregua raggiunta da Washington e Pechino reggerà nel breve periodo, soprattutto alla luce della debolezza dell'economia cinese e della necessità di Xi di non isolare il Paese e rilanciarlo. Ma nel lungo termine il rischio è quello di una nuova guerra commerciale. Gli analisti hanno affermato che gli Stati Uniti stanno compiendo tali mosse tenendo d'occhio le crescenti tensioni su Taiwan, dato che le potenziali ricadute di un conflitto tra Pechino e Taipei sarebbero «inimmaginabili». E proprio il dossier di Taiwan torna al centro dell'attenzione: l'amministrazione per la sicurezza marittima dello Zhejiang ha annunciato un ciclo di esercitazioni militari cinesi al largo della costa poco a nord dell'isola dalle 12 locali, in coincidenza con la partenza del vice presidente di Taipei William Lai per la visita di stato in Paraguay, con doppio scalo negli Usa (oggi e il 16 agosto). In risposta, il ministero della Difesa di Taiwan ha assicurato che le forze armate «monitoreranno da vicino la situazione intorno allo Stretto e continueranno a salvaguardare la sicurezza nazionale».

Giovedì il ministero aveva riferito di aver rilevato nel complesso 33 aerei militari cinesi vicino all'isola nelle precedenti 24 ore, di cui 10 finiti oltre la linea mediana dello Stretto.

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