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Bimba sola nel bosco: salva dopo 17 ore

Katia, due anni, si era allontanata mentre giocava. Nemmeno i cani l'avevano trovata. Ci è riuscito un barista

Katia, due anni, sta bene. Diciamo così. È stata ritrovata con i vestitini sotto al braccio e le scarpette ciondolanti, come quando va a fare la nanna. È finita bene la vicenda della piccola romena scomparsa venerdì pomeriggio mentre stava giocando davanti casa. Il luogo è la frazione di Cusciano di Montorio al Vomano, provincia di Teramo. A 17 ore di distanza l'hanno rintracciata nei boschi, proprio quando anche il padre muratore aveva cominciato a temere il peggio. Droni, cani, volontari, speleologi hanno setacciato da subito la zona senza mai interrompere le ricerche. Fino a ieri mattina. Ora chi indaga deve capire come e perchè sia finita in quel bosco e come abbia passato la notte.

Katia l'hanno trovata a due chilometri dal punto dove era stata vista passare l'ultima volta, alle 19 di venerdì, «seminuda, spaventata e disorientata ma in buone condizioni», spiega Ercole Gaetano, delle Guardie ambientali. Non mostrava segni di violenza, né di ferite. I cani erano arrivati vicini al punto del ritrovamanto, poi si erano fermati, disturbati da qualcosa. La bimba, probabilmente, si era addormentata tra i rovi dopo essersi smarrita e a salvarla è stato il barista del paese, Diego Di Felice, 50 anni, che l'ha subito abbracciata, consolata e portata all'ospedale Mazzini del capoluogo. Doverosi accertamenti. E in paese, appena si è sparsa la notizia, hanno cominciato a suonare le campane a festa.

Katia era sparita in un momento di distrazione della madre. Le squadre dei soccorritori, grazie anche al supporto di un elicottero della Capitaneria di Porto attrezzato per il rilevamento dei differenziali termici al suolo, nonché di una mezza dozzina di cani molecolari di polizia, carabinieri e soccorso alpino, si mettono in cerca battendo i fondi agricoli attorno alle abitazioni. Battono anche boschi, roveti e anfratti. Della piccola nessuna traccia. Una speranza si accende verso le 3, quando tre diversi cani molecolari - in particolare Piergiorgio, bloodhound del Cai abruzzese - cui erano stati fatti fiutare indumenti della piccola, dirigono l'attenzione in un punto di un orto dove la bimba era solita recarsi col padre. Orto non distante da una ripida salita su cui la piccola sarebbe stata vista l'ultima volta. Niente, la notte rimane senza esito. Poi, all'alba la repentina fine di un incubo. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Davide Rosati, rimasto tutta la notte al fianco dei soccorritori assieme al sindaco. Il fascicolo va verso l'archiviazione: non permangono elementi tali da far pensare che la bambina sia stata avvicinata da qualcuno.

E ora? Secondo il parere di Emilio Sacchetti, presidente della Società Italiana di Psichiatria «se si è trattato di episodio fortuito, causato dalla perdita di orientamento, non ci saranno conseguenze psicologiche per la piccola. Il tutto resta limitato al grande spavento. Ma è importante che la piccola adesso venga affidata a persone competenti che, assieme ai genitori, siano in grado di valutare l'entità del fatto.

Perchè se ci sono altri motivi che hanno spinto Katia alla fuga, bisogna analizzare i motivi del gesto».

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