La tragedia del Mottarone

"Il bimbo sta bene, è qui". "Ma dove?"

Il "rapitore" risponde agli agenti. La difesa: "Ho rispettato le leggi"

"Il bimbo sta bene, è qui". "Ma dove?"

Quando Shmuel Peleg, 58 anni, il «sequestratore» di Eitan, ha visto i poliziotti, non si è scomposto più di tanto. «Mio nipote è qui con me, a casa, sta bene. Siamo arrivati insieme dall'Italia in modo legale e dopo aver ricevuto il via libera dai vari esperti di diritto che ho consultato».

«Esperti di diritto» di cui però non fanno certo parte gli avvocati italiani che mai avrebbero dato semaforo verde a un rapimento così assurdo. Gli stessi legali italiani del nonno materno di Eitan negano addirittura che il loro assistito sia stato arrestato, precisando che «gli è stato detto solo di tenersi a disposizione per i prossimi cinque giorni».

Un interrogatorio dai toni pacati, ma decisi, condotto da un ufficiale dell'«unità speciale 433» che gli ha chiesto conto del blitz con cui sabato scorso aveva trasferito il nipote dall'Italia in Israele. E da qui nell'abitazione del nonno a pochi chilometri da Tel Aviv.

La notizia dell'arresto, eseguito ieri nel tardo pomeriggio, è rimbalza su tutti i media nazionali e nei telegiornali ha conquistato i titoli di testa. Il fermo è scattato a seguito dell'interrogatorio da parte della polizia. Anche la nonna materna, Ester Peleg, è indagata nell'inchiesta italiana sul sequestro. Per il resto, silenzio da parte degli inquirenti un caso diventato anche un «problema» di carattere politico e diplomatico in grado, potenzialmente, di mettere in crisi i rapporti tra due Paese tradizionalmente amici. Finora ci si è mossi con molta cautela, ma ieri, a sorpresa, l'accelerazione è arrivata proprio dagli inquirenti israeliani che, probabilmente, hanno instaurato in questi giorni un filo diretto - se pur sotto traccia - con i loro colleghi italiani. Tante le risposte che dovranno dare gli investigatori su quanto accaduto sabato, con il «rapimento dello scandalo». Vicenda delicata, con al centro un minore che in quel maledetto 23 maggio, sulla funivia del Mottarone, ha perso mamma, papà, fratello e bisnonni. Una gita trasformatasi in dramma. Con 14 morti. Secondo il legale del nonno, il bambino «sta bene ed è felice di stare con il nonno».

Or Nirko, marito della zia paterna Aya Biran, tutrice legale del piccolo, resta critico: «Ci hanno fatto parlare con Eitan, ma non ci dicono dov'è».

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