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Blocco elettorale: voto verso l'autunno

Sfumano i tempi tecnici per referendum, regionali e comunali

Blocco elettorale: voto verso l'autunno

Non si vota più. Ancora non è ufficiale, la decisione sarà presa di qui a una decina di giorni, ma nel Palazzo lo danno tutti per certo: le elezioni regionali e amministrative saranno rinviate. Con ogni probabilità all'autunno. E con esse anche il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, ormai desaparecido dall'orizzonte della politica. La questione è difficilmente aggirabile: per votare a metà maggio, come era previsto, le elezioni vanno indette dal ministero dell'Interno entro metà aprile. I partiti poi dovrebbero raccogliere le firme per la presentazione di liste e candidati: una attività palesemente impossibile, con il paese bloccato dalla quarantena. La tornata elettorale è sostanziosa: sei regioni a statuto ordinario (Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia) e oltre mille comuni italiani, tra cui 14 capoluoghi di provincia e quattro di regione. Test importanti come Venezia, Arezzo, Trento, Bolzano, Reggio Calabria, e poi anche Agrigento, Arezzo, Chieti, Crotone, Fermo, Enna, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Trani. Ultima arrivata nella lista: Benevento, dove il sindaco Clemente Mastella si è dimesso. Ieri già la Val d'Aosta, regione a statuto speciale, ha deciso il rinvio da aprile a maggio del suo voto, mentre in Sicilia sono state spostate a giugno alcune elezioni comunali. Ma per spostare l'intero Election Day che si era previsto di organizzare a maggio (sei regionali e primo turno delle amministrative, poi due settimane dopo i ballottaggi comunali probabilmente abbinati al referendum confermativo) sarà necessario un decreto legge. L'arco di tempo in cui fissare le votazioni, infatti, è fissato per legge tra il 15 aprile e il 15 giugno, e serve un atto legislativo per spostarlo. Idem per il referendum, che andrebbe celebrato entro 70 giorni dall'indizione. Decreti legge a Parlamento praticamente chiuso. La scelta non è solo tecnica, ma avrà ovviamente ha anche forti ripercussioni politiche che solo una gigantesca emergenza come quella che sta vivendo l'Italia può giustificare. Ormai infatti molte delle alleanze e delle candidature erano state formalizzate, ma far trascorrere così tanto tempo potrebbe rimettere tutto in discussione. Il Pd aveva sancito ad esempio il matrimonio in Liguria con i Cinque Stelle (sia pur senza accordo sul candidato, ancora) e sperava di estendere l'intesa anche ad altre regioni, a cominciare dalla Campania. Dove però c'è l' ostacolo De Luca da aggirare: i grillini lo odiano (ricambiati) e vorrebbero il garrulo ministro Costa candidato. Ma De Luca non ha alcuna intenzione di mollare, e per ora la sua gestione dell'emergenza in Campania ne sta rafforzando la popolarità.

Anche gli accordi del centrodestra potrebbero tornare in discussione: la Lega è stata costretta a prendersi la candidatura in Toscana, dove la sconfitta è certa, ma potrebbe tornare alla carica sulla Puglia, dove i sondaggi per Emiliano sono a picco.

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