Coronavirus

Boccia sta col grillino violento "Sul Nord Ricciardi ha ragione"

Il ministro giustifica gli attacchi alla Lombardia. E i 5 Stelle rincarano: "La verità non piace e fa male"

Boccia sta col grillino violento "Sul Nord Ricciardi ha ragione"

Un conto è se Riccardo Ricciardi, un mezzo «peone» con l'attenuante di essere un pasdaran grillino che nella vita ha fatto l'aiuto cuoco e l'aiuto regista, in Parlamento sbrocca e attacca a testa bassa la Lombardia che ancora piange i suoi 14mila morti di Covid; un altro è se addirittura un ministro come Francesco Boccia, politico non di primo pelo, considerato in modo bipartisan almeno preparato e serio, si mette in scia del più squallido e bieco attacco a una delle Regioni più colpite dal virus. Il ministro per gli Affari regionali è tornato ieri sul pistolotto indigesto che il grillino ha fatto alla Camera giovedì, provocando una semi rissa a Montecitorio, con i leghisti furibondi più degli altri. Boccia, intervistato da Peter Gomez, ha fatto spallucce: «Ricciardi ha detto alcune cose che sono sotto gli occhi di tutti, poi il modo in cui si dicono può scatenare la reazione della parte politica avversa». Insomma, ha minimizzato il veleno del semi-oscuro pentastellato e soprattutto mentito. Ricciardi in Aula aveva blaterato che la Lombardia aveva sprecato soldi pubblici costruendo l'ospedale alla Fiera. Una balla colossale perché il reparto in questione è stato tirato su soltanto grazie alle risorse dei privati. E questo il ministro dovrebbe saperlo. In ogni caso stupisce che Boccia non prenda le distanze dal picchiatore grillino e, anzi, se deve fare una critica la fa ai leghisti. «La reazione dell'opposizione e della Lega in particolare è stata troppo forte - ha continuato il ministro - nel senso che spesso abbiamo sentito interventi molto duri e netti in Parlamento, ma il Parlamento è fatto anche per dirsi le cose fino in fondo, anche quelle che fanno parte di una convinzione politica molto netta». E poi la conclusione: «Siamo qui per risolvere i problemi, non per dare pagelle». E verrebbe da dire: «Ecco, appunto. Quando cominciate voi del governo?».

E il «picchiatore» grillino è tornato a menare la Lega: «Accusare Conte di alto tradimento si può, attaccare la giunta regionale lombarda è minare la pace istituzionale. Giorgetti si metta d'accordo anche con se stesso», lo ha sbeffaggiato ieri. Ben più misurato il commento di Pierluigi Bersani, sulla vicenda Ricciardi: «Il primo intervento, sul decreto, è stato un intervento teatrale, e non è il caso. Io non credo che dobbiamo cercare la rissa. Questi non sono begli spettacoli. La discussione pubblica, - ha continuato Bersani - quando hai un problema serio, deve essere seria e percepita come tale: altrimenti che indicazioni dai alla gente, di menarsi per strada?».

Dal partito del pasdaran, invece, è arrivato lo scudo: «La verità non piace e fa male - hanno scritto i pentastellati sul loro blog -. Questo è comprensibile. Ma, incomprensibili, sono gli attacchi e le aggressioni verbali dei deputati leghisti contro Riccardo Ricciardi». E pure il ministro per i rapporti con il Parlamento, il grillino Federico D'Incà, ha fatto il recidivo e picchiato duro: «Ricciardi non ha attaccato la Lombardia, ha posto delle problematiche e degli interrogativi su quanto accaduto. Sarebbe più utile andare alla sostanza dei discorsi e non fermarsi alla forma».

Caro ministro, peccato che la forma era ignobile ma anche la sostanza era infarcita di corbellerie.

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