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Bollette più leggere a marzo. Ma il futuro si gioca sul Pnrr

Il Codacons: "Verso risparmi per 600 euro a famiglia". Il governo pensa a nuove infrastrutture con i fondi Ue

Bollette più leggere a marzo. Ma il futuro si gioca sul Pnrr

Mentre il governo lavora all'indipendenza energetica dalla Russia, qualche buona notizia arriva già per gli italiani sul fronte delle bollette. Secondo le stime del Codacons, infatti, il conto di quelle del gas relative al mese di febbraio e di quelle dell'elettricità del prossimo trimestre si avvia a un deciso calo con l'effetto di «risparmi in bolletta da quasi 600 euro annui a nucleo». L'associazione dei consumatori è arrivata a questo numero partendo dai prezzi energetici internazionali. Nel dettaglio, spiega il Codacons, «con i prezzi del gas che da giorni si mantengono al di sotto dei 51 euro al megawattora, le tariffe in bolletta per il mese di febbraio sul mercato tutelato (che saranno comunicate da Arera a inizio marzo) dovrebbero scendere di circa il -17%, mentre quelle della luce per il secondo trimestre del 2023 potrebbero diminuire addirittura del 25%». Di questo passo, per il mercato tutelato delle forniture energetiche il risparmio delle famiglie rispetto al 2022 potrebbe arrivare a 959 euro a nucleo. C'è però all'orizzonte il possibile ritorno degli oneri di sistema a partire da aprile: questa voce, infatti, pesa per il 10,7% sulle bollette della luce e per il 5% su quelle del gas. Su questo punto, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha parlato di nuovi aiuti, ma più concentrati sulle fasce vulnerabili e premiante per chi conterrà i consumi. Un input, quest'ultimo, arrivato dall'Europa. E proprio a Bruxelles si sta giocando la partita per il futuro energetico del continente, che deve affrancarsi dalle forniture di combustibili fossili russi entro al 2026 e scongiurare così il rischio di vedere ritornare l'incubo di bollette da capogiro.

L'Italia sta lavorando con l'Europa alla revisione del Pnrr per integrare il RepowerEu, il piano energetico europeo funzionale a rendere l'Europa indipendente dal gas russo. Il piano Eu, che spinge anche su risparmio energetico ed energia pulita, prevede tra l'altro l'assegnazione di 20 miliardi a fondo perduto, dei quali all'Italia finiranno 2,76 miliardi (la cifra più alta a pari merito con la Polonia). Un'opera alla quale la premier Giorgia Meloni tiene molto, e che potrebbe finire finanziata con questi denari come scrive il Messaggero, è il potenziamento del gasdotto della linea Adriatica, un progetto a cui sta già lavorando Snam e che punta a superare il collo di bottiglia che limita l'afflusso di gas da sud a nord del Paese. L'Italia, che ambisce a diventare l'hub energetico dell'Europa, vuole avere al più presto infrastrutture adeguate per convogliare le extra forniture da Algeria, Azerbaigian e dai rigassificatori nazionali per soddisfare la domanda domestica ed esportare verso Austria e Germania. Il progetto Linea adriatica di Snam prevede investimenti per 2,4 miliardi: un tratto è già stato fatto, ma inserirlo nel Pnrr porterebbe alla sua realizzazione in 2-3 anni al posto delle tempistiche attuali che lo vorrebbero completo entro il 2027. Il governo, che ha avviato la riforma della governance del Pnrr per accelerare la spesa dei fondi, dovrà presentare entro la fine di aprile la sua revisione del piano con l'integrazione del RepowerEu. Nel frattempo, Roma deve stringere sulla messa in funzione del rigassificatore di Piombino (atteso per maggio di quest'anno) e di quello di Ravenna (nel 2024). Un ruolo verrà giocato anche dai risparmi.

Su questo però l'Italia va già bene: secondo Eurostat, negli ultimi sei mesi ha tagliato del 19% i consumi di gas, in linea con la media Ue del 19,3% (e più dell'obiettivo del 15% richiesto dalla Ue).

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